Il presidente e patron di Nestlè, Peter Brabeck dalle colonne del Financial Times ha recentemente pronosticato una «notevole inflazione dei generi alimentari, che non sarà di breve durata». Perché sta accadendo, e soprattutto perché accadrà ciò?
I prezzi di carne, pasta, conserve, prodotti agricoli raddoppieranno nel giro dei prossimi anni sostanzialmente per l’accresciuta domanda di piante per bio-combustibili sta apportando sostanziali modifiche strutturali ai mercati agricoli che potrebbero spingere al rialzo i prezzi di molti prodotti alimentari. Uno dei motivi principali è sicuramente la grande domanda cinese e indiana, così come il crescente utilizzo di cereali, canna da zucchero, semi oleosi e oli vegetali per produrre etanolo e biodiesel. Tutto ciò provoca un aumento diretto dei prezzi agricoli e quello indiretto dei prezzi dei prodotti di origine animale per i costi più alti del foraggio, è la tesi sostenuta la Brabeck. Già due anni fa la multinazionale svizzera Nestlè ha messo in guardia su un aumento dei prezzi e le prime ripercussioni si sono già notate l’anno passato: il grano è rincarato nel corso degli ultimi 12 mesi del 50 per cento, anche i prezzi di cacao, zucchero e latte sono aumentati in modo sostanziale.
Sui rialzi dei prodotti agricoli incidono certamente anche fattori «naturali» come la siccità nelle regioni produttrici di grano, ma l’analisi dei cambiamenti a lungo termine, fa prevedere prezzi agricoli alti per tutto il prossimo decennio. «Questo non sarà solo un fenomeno temporaneo ma avrà conseguenze a lunga durata sui prezzi degli alimentari», secondo Brabeck. Brabeck, in ogni caso, non è l’unico a fare queste considerazioni, secondo l’OCSE attraverso un rapporto appena pubblicato alla presentazione dell’ Agricultural Outlook 2007-2016 afferma che l’incremento demografico, la forte domanda da India e Cina e l’uso di prodotti alimentari per la produzione di carburante bio; il tutto alzerà gradualmente la pressione su tutti i mercati internazionali: «I prezzi aumenteranno dal 20 al 50 per cento» e poi «I mercati agricoli stanno subendo modifiche a causa dell’aumento della domanda di biocombustibili, domanda che fino a cinque anni fa non c’era». Nel dettaglio, scrive l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, per gli Stati Uniti si prevede che tra il 2006 e il 2016 la produzione di etanolo da mais raddoppierà. Per l’Unione Europea, l’ammontare di semi oleosi (soprattutto colza) usato per produrre biocarburanti passerà dai 10 milioni di tonnellate attuali a 21 milioni. In Brasile, le proiezioni danno per il 2016 una produzione annuale di etanolo di circa 44 miliardi di litri, rispetto ai 21 miliardi prodotti oggi. In Cina, dove attualmente la produzione si aggira intorno ai 3.8 miliardi di litri, si prevede un aumento di 2 miliardi litri. In particolare, conclude la nota dell’Ocse, per il commercio di carne di manzo e di maiale e per il latte in polvere intero, si prevede un aumento di oltre il 50% nei prossimi 10 anni, per i cereali minori di circa il 13% e per il grano del 17%. Previsto, infine, un aumento del 70% del volume degli scambi degli oli vegetali. Elmar Burchia
Nella GDO italiana esiste agitazione relativamente a questo tema, da un lato l’industria si vede costretta ad applicare gli aumenti, dall’altro la Distribuzione fa di tutto per contenere fenomeni inflattivi che possano danneggiare l’immagine delle diverse insegne. Ma di fronte agli effetti della globalizzazione si teme che ci si debba tutti rassegnare.