ACNielsen, leader mondiale nelle ricerche di mercato, presenta i risultati della “Worldwide Consumer Confidence Survey”, l’indagine semestrale internazionale, unica per estensione, che individua e mette a confronto atteggiamenti e comportamenti di acquisto dei consumatori di 38 Paesi del mondo. Per quanto riguarda l’Italia, emerge un quadro nuovo rispetto alle precedenti analisi: minore progettualità nei consumi e nei risparmi insieme a maggiore incertezza e pessimismo per il futuro, fattori che influenzano le scelte del consumatore sempre più orientato verso una spesa ragionata.
La nuova edizione della “Worldwide Consumer Confidence Survey”, condotta in Asia, America Latina, Europa, Nord America, Oceania e Sud Africa e conclusasi lo scorso maggio, ha raggiunto più del 60% della popolazione mondiale con l’obiettivo di analizzare comportamenti, percezioni e aspettative dei consumatori in relazione alle attuali dinamiche congiunturali e ai fattori strutturali dell’economia e della vita socio-politica e alle aspettative future.
Interessanti i dati emersi dall’indagine che, per la sua profondità e per la sua ampiezza, riesce a cogliere i nuovi fenomeni che si verificano nel mondo consumer, contribuendo a delineare le tendenze e le dinamiche in evoluzione. In relazione alla nostra realtà, emerge la fotografia di un consumatore che, pur vivendo contesti macroeconomici simili a quelli di altri cittadini europei, si mostra più preoccupato e con un elevato grado di incertezza per il futuro; i recenti e continui messaggi d’allarme sulla fase di recessione e i dubbi sulla stabilità politica accentuano, infatti, il clima di inquietudine già rilevato a fine 2004.
Dall’indagine risulta che la percezione dell’andamento dell’economia locale negli ultimi 6 mesi è negativa e gli italiani – ora in linea con gli europei – ritengono che la situazione sia sensibilmente peggiorata (70%). Il pessimismo affiora anche dalle risposte date alla domanda circa le previsioni per i prossimi 12 mesi: il 36% degli italiani ritiene che la situazione resterà stabile, ben il 46% sostiene che peggiorerà.
Le prime preoccupazioni degli italiani per il futuro risultano l’economia (da 21% a 27%), la sicurezza del posto di lavoro (da 21% a 22%) e la stabilità politica (12%), con una sensibile crescita rispetto ai risultati della scorsa indagine: nel 2004, infatti, l’apprensione degli italiani in merito alle dinamiche della politica era solo del 2%.
Percentuali in crescita anche nel resto d’Europa, dove l’economia resta al primo posto tra le incertezze degli intervistati ma è seguita dalla salute anziché dalla sicurezza del posto di lavoro (in Italia la salute è al terzo posto). La stabilità politica, invece, rispetto all’Italia, sembra preoccupare meno l’Europa. Va sottolineato inoltre che, rispetto ai risultati emersi sei mesi fa, sia gli italiani che gli europei si dicono meno preoccupati per il terrorismo (5% del 2005 rispetto al 22% del 2004 in Italia; 5% del 2005 rispetto al 13% del 2004 in Europa).
Questo generale clima di incertezza e la carenza di progettualità impattano sui comportamenti di consumo: l’utilizzo del denaro dopo aver soddisfatto i bisogni primari subisce un drastico ridimensionamento. Alla domanda “Considerando il costo della vita oggi e le tue capacità di spesa, come definiresti questo momento per acquistare ciò che desideri o di cui hai bisogno?” l’Italia risponde “non così buono” per il 43% e “cattivo” per il 17%.
Inoltre, l’11% (+3% vs 2004) degli italiani dichiara di non avere in alcun modo disponibilità economiche una volta soddisfatti i bisogni essenziali (13% il rispettivo dato Europeo). Si assiste, in generale, ad una diminuzione della discrezionalità di spesa e ad una minor tendenza al risparmio: mentre nel 2004 gli italiani che investivano il denaro disponibile in diverse forme di risparmio erano il 42%, oggi il dato si ferma al 31% allineandosi alla media europea.