Credo che molti di Voi lettori avranno notato in questi giorni la pubblicazione che Federfarma ha acquistato a piena pagina sulle principali testate nazionali. In sostanza la suddetta associazione ha ritenuto di comunicare con forza quello che considera un pericolo imminente e, per loro, devastante: l’apertura della vendita dei farmaci di fascia C nella Grande Distribuzione. Sulla pubblicazione il primo punto argomentato è quello della capillarità delle farmacie, che si trovano in ciascun paesino, anche piccolo, in tutta la nazione, mentre i supermercati no. Poi prosegue spiegando che la farmacia è in grado di compiere prestazioni di primo intervento anche su patologie meno diffuse avendo un “assortimento ampio e specializzato”. Parla poi del rischio di assunzione di farmaci che possono provocare, anche l’aspirina è pericolosa in determinate situazioni, effetti collaterali e causare quindi una “malattia iatrogena”. Infine la pubblicazione fa leva sulla familiarità della farmacia “abituale”, dove il farmacista che vi conosce ed è in grado di dare un supporto diverso e più efficace. Insomma una vera e propria apologia della farmacia. Devo dire che siamo rimasti colpiti dalla stessa perché ciò che è stato trasmesso è in primis una grande paura: la paura di essere completamente sostituiti, di finire in estinzione. Ci è sembrata una reazione, ed una comunicazione conseguente, davvero sproporzionata rispetto al presunto attacco. Di attacco nessuno ha mai parlato, nemmeno lontanamente si è pensato di poter sostituire la farmacia con il supermercato. Tutto ciò che Federfarma dice nella pubblicazione è vero, ma è anche vero che i famosi farmaci di fascia C, quelli che molti, e noi anche, vorrebbero venduti nella grande distribuzione, sono una minima parte dell’assortimento delle farmacie, e che il problema principale è la tutela del consumatore. Il consumatore è sicuramente tutelato dalla farmacia nella maggior parte delle problematiche per cui lo stesso si reca, ma se esistono dei farmaci generici, non bisognevoli di ricetta, è perché proprio per la loro genericità, nella stragrande parte delle casistiche, non ha effetti collaterali importanti, o comunque chi è a conoscenza della possibilità che l’aspirina gli provochi effetti collaterali, non la compra in farmacia e non la compra al supermercato. Però su questi farmaci il consumatore non è attualmente tutelato sul prezzo. All’estero, dove tale tipo di vendita è possibile, soprattutto in paesi che vengono generalmente considerati più all’avanguardia rispetto a noi, i prezzi, lo abbiamo scritto più volte, sono diminuiti sino al 50% in pochi anni. I governi devono cominciare a comportarsi come ad esempio ha fatto il governo tedesco presieduto da Shroeder dove la politica governativa ha spostato il punto di fuoco dal produttore (o distributore) al consumatore. E la stessa politica sta compiendo adesso la Merkel. Anche questo è tutelare il cittadino.
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