Da una ricerca realizzata dal Censis su 1.000 utenti raggiunti telefonicamente , target di riferimento oltre i 18 anni di età, il pessimismo continua a rappresentare il sentimento più diffuso nel consumatore , che , in attesa di raggiungere adeguati standards di equilibrio, si attesta su una linea di “ medietà “ , vale a dire : il consumatore italiano , nel suo universo, unifica il proprio comportamento secondo schemi di riferimento di carattere razionale più che emozionale , riflessivo più che istintivo ; in sostanza le disponibilità finanziarie del consumatore guidano le scelte nell’acquisto .Da qui la cosiddetta “ rivoluzione in GDO “ e la conseguente crisi della marca..
Secondo il Censis , l’indagine è di inizio anno 2005 , solo l’8% delle famiglie intervistate prevede di aumentare la propria capacità di spesa, il 79% auspica di mantenere inalterato il livello di reddito, il 16% teme un ulteriore peggioramento della propria condizione economia . Per tutti la parola d’ordine sembra essere “ cautela “ , sintetizzata su tre assi di progressione del comportamento : 1) responsabilizzazione delle decisioni individuali e familiari, 2) spiccato orientamento alla sobrietà e alla qualificazione dei consumi ( medietà ), 3) desiderio di elevare la qualità della vita; sopra a tutto : il “ primato del prezzo “.
Analogamente le strategie della grande distribuzione adeguano il proprio comportamento secondo strutture, logiche , di : a) concentrazione delle Insegne ,b) riorganizzazione dei format , c) creazione di valore aggiunto per la salvaguardia del margine ,d) sviluppo massificato di privates labels a garanzia ed equilibrio del rapporto qualità/prezzo , d) diversificazione merceologica .