Ogni analisi che fa riferimento a quanto accaduto nel 2022 tiene inevitabilmente in considerazione le conseguenze della grave crisi energetica che ha avuto ripercussioni maggiori nei settori più energivori. Fra questi c’è anche quello dei prodotti da forno, macro categoria che oltre ai salati e tutti i derivati del pane racchiude anche i dolci. Identificata dai codici Ateco 1071 e 1072 presenta un totale di 1.743 società di capitale che, all’interno degli assortimenti della Grande Distribuzione, raggruppano più categorie merceologiche. Un settore quindi estremamente interessante per comprendere, fatte salve le battaglie con la GDO, quali sono davvero stati gli esiti di un anno vissuto tra gli incrementi dei costi e, conseguenti, incrementi dei listini. Il nostro studio, basato sulle società di capitali che hanno già depositato il bilancio 2022, osserva il comportamento di 453 imprese (circa il 26% del totale) divise per quattro classi di fatturato.
Sono così 453 le imprese che a settembre hanno già consegnato i numeri relativi all’anno scorso, 392 delle quali rientrano nella classe di fatturato più piccola – da 0 a 10 milioni – che include le realtà fornitrici della grande distribuzione locale (ma possono anche esserne aliene) oppure panifici di diverse dimensioni, che pesano per il 21,1% del fatturato complessivo. Nella classe da 10 a 50 milioni – che vale il 19,5% – le aziende sono invece solo 45 (undici in più rispetto al 2021) mentre le grandi insegne che vanno da 50 a 100 milioni di fatturato sono passate da 6 a 8 e valgono il 12,8%. Sono altrettante, infine, le società che superano i cento milioni e rappresentano il 46,6% del totale in un mercato che dunque è concentratissimo si questa classe maggiore.
Nel 2022 l’industria dei prodotti da forno ha avuto un trend di fatturato positivo con una crescita complessiva del 16,7% che nelle singole classi ha messo in evidenza andamenti differenti. Le piccole aziende hanno registrato infatti un contenuto 4,85% mentre le medie hanno avuto un incremento consistente pari al 22%. Il dato più rilevante però riguarda il gruppo fra i 50 e i 100 milioni di fatturato che ha portato a casa un 51,3%, spinto senza dubbio dall’inflazione ma figlio anche di incrementi consistenti ben scaricati a valle e accettati di buon grado dalla GDO. Quanto alle grandissime aziende invece il trend si è attestato al 13,4%.
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