
Fiorani è una società del gruppo Inalca – controllata della multinazionale italiana Cremonini – ed è specializzata nella produzione e commercializzazione di carni suine e bovine. Nata nel 2004 come centro di lavorazione in conto terzi per la Gdo, Fiorani ha affiancato da subito una propria attività commerciale che è sfociata, nel 2018, su spinta della famiglia Cremonini, in una nuova gamma di prodotti ad alto valore aggiunto lanciata a marchio Fiorani. Sull’alto valore aggiunto, la qualità e la sostenibilità Fiorani fonda la propria strategia: lo scorso anno ha lanciato, ad esempio, il progetto di filiera suina certificata chiamato FBA – Filiera Benessere Animale; nel luglio scorso ha ricevuto il premio “New Entry” per la categoria salumi e carne con l’hamburger di razza piemontese. Ha chiuso il 2021 con oltre 173 milioni di fatturato, in crescita del 3,4% rispetto all’anno precedente e negli ultimi 5 anni ha visto salire i propri margini a tripla cifra.
GDONews ha intervistato Valeria Fiorani, responsabile del marketing: durante la “chiaccherata” con GDONews la manager ha fatto il punto sull’andamento del 2022 e illustrato le strategie per il futuro.
Come sono andate le vendite nei primi 9 mesi dell’anno?
“Per policy aziendale non divulghiamo fatturati o dati di conto economico, però possiamo dire che i risultati sono in linea con le aspettative e Fiorani, anche al di là delle vendite, sta raggiungendo obiettivi e riconoscimenti importanti. Tutto questo nonostante l’anno in corso sia molto difficile e complesso a causa dei rincari instabili delle materie prime e degli aumenti dei costi energetici sia per la componente elettrica che per il gas.
Ci troviamo di fronte a condizioni politiche-economiche globali che comportano preoccupazioni nei consumatori con una effettiva diminuzione della capacità di acquisto delle persone e un generale senso d’incertezza che va naturalmente ad agire anche sui consumi. In questo contesto Fiorani non desiste dalla sua politica di investimenti in risorse tecnologiche e in ricerca e sviluppo. Anche nei periodi di difficoltà crediamo che la chiave per la crescita sia nell’innovazione declinata nello studio di prodotto, nella sostenibilità e nei servizi al consumatore e ai retail”.
Che aspettative avete per i prossimi mesi?
“L’effetto più impattante del rincaro dei prezzi si inizierà a vedere nei prossimi mesi e nel primo trimestre del prossimo anno, poiché è da ottobre e con inizio l’2023 che l’aumento dei listini prezzi alla vendita è più pesante per le famiglie. Esiste un reale timore per l’azienda e per i nostri clienti, multicanale, di assistere ad una contrazione nei volumi di spesa da parte di un consumatore impoverito e con incertezza di aspettative. Nonostante lo scenario appena descritto, anche quest’anno Fiorani ha intenzione di lanciare diverse iniziative importanti ed i mesi che verranno si inseriranno nel tracciato di un’attività incessante verso il miglioramento dei nostri prodotti e delle nostre performance produttive.
Guardando ai mesi trascorsi vorremmo citare alcuni dei passaggi più importanti: il lancio della Filiera benessere Animale FBA con l’obiettivo di valorizzare le produzioni suinicole italiane mediante un sistema certificato di controlli che garantisce in tutte le fasi della filiera il benessere animale, la sostenibilità e sicurezza dei mangimi, l’uso responsabile del farmaco veterinario che è assente negli ultimi 120 giorni di allevamento e i più elevati standard di biosicurezza; la firma con Carrefour del Food Transition Pact – Patto di Transizione Alimentare, un impegno reciproco tra Carrefour e i suoi fornitori per avviare un processo di transizione alimentare con l’obiettivo di offrire ai clienti prodotti attenti all’aspetto nutrizionale e rispettosi del pianeta a un prezzo accessibile; la partecipazione a Rimini Wellness, una fiera dedicata allo sport e al benessere che ci ha permesso l’incontro e il confronto con questo particolare pubblico di riferimento, quello degli sportivi e delle persone attente all’alimentazione.
Stiamo puntando molto su benessere e sostenibilità, valori positivi declinati in tutti gli ambiti aziendali, da quelli produttivi a quelli progettuali”.
Quali abitudini nuove esprimono i vostri consumatori? Vedete consolidarsi nuovi trend? E, nel caso, come lavorate per intercettarli?
“Stiamo seguendo attentamente l’evolversi di nuovi trend e lavoriamo con analisi, ricerca e sviluppo per intercettarli.
Questi anni difficili hanno reso i consumatori più attenti e consapevoli, sia rispetto alla sana alimentazione e alla qualità delle materie prime, che rispetto ai problemi etici e ambientali e a fattori quali il valore di servizio offerto.
Fiorani per questo propone prodotti pratici e veloci da cucinare, non processati, studiati per essere equilibrati, ricchi di gusto e versatili. Abbiamo moltissima attenzione rispetto al confezionamento: i nostri pack sono progettati per essere pratici, sicuri e sostenibili. Inoltre pensiamo alla sostenibilità anche sotto altri punti di vista. Come anticipato, è stata infatti lanciata, come brand Fiorani, una prima linea di referenze della Filiera Benessere Animale FBA. Alla filiera aderisce un gruppo selezionato allevamenti e di strutture di macellazione e lavorazione tra loro integrati e coordinati da Inalca secondo i principi della norma ISO 22005, garantendo un parco di circa 100.000 capi suini certificati fin dalla nascita da un organismo terzo riconosciuto, il Dipartimento di Qualità Agroalimentare, con un controllo del 100% dei soggetti in filiera”.
Fiorani ha chiuso il 2021 con oltre 170 milioni di fatturato, in crescita di quasi il 3,5% rispetto al 2020: da dove derivano questi risultati e qual è il loro valore nell’ambito delle vostre strategie?
“I risultati economici e la posizione nel mercato di Fiorani sono frutto della conoscenza del settore carni e delle sue criticità, esempio la difficoltà ad assumere bravi macellai, e della volontà di comprendere il consumatore e i suoi cambiamenti. Nei nostri stabilimenti lavoriamo suino e bovino, nasciamo come centro lavorazione conto terzi delle maggiori insegne operanti sul territorio nazionale. Abbiamo tre stabilimenti dedicati a comparti specifici, per evitare rischi di cross contamination: solo bovino a Piacenza, suino a Castelnuovo Rangone e a Solignano di Castelvetro in provincia di Modena. Le nostre linee produttive sono progettate per poter gestire ampi numeri di filiera, con tracciabilità sia per lotto che per singolo capo. Abbiamo raggiunto, grazie agli investimenti in processi e tecnologia, la capacità di evasione degli ordini su tutto il territorio nazionale ‘just in time”’.
Possiamo quindi vantare un know-how produttivo di alto livello e una conoscenza approfondita della materia prima a cui si aggiungono investimenti costanti in ricerca e sviluppo e nel comparto tecnologico per poter applicare nei nostri stabilimenti le più nuove metodologie disponibili e migliorare i processi di lavorazione della carne. Tutto questo ci permette di processare ingenti volumi di prodotto in tempi rapidi per assicurare freschezza e rotazione. Non ultimo essere all’interno del Gruppo Inalca, ci consente un importante valore aggiunto in termini di approvvigionamento, filiere, know-how, sinergie”.
Quali sono le difficoltà che state affrontando in questo momento?
“Come tutte le imprese, stiamo affrontando un periodo critico senza precedenti, dovuto all’aumento dei costi energetici e delle materie prime, al clima di incertezza e di paura dovuta al quadro geopolitico bellico.
Lato produzione e per mantenere fede alla promessa fatta al consumatore finale di offrire la massima qualità ad un prezzo accessibile, stiamo analizzando all’interno di ogni reparto il flusso di lavoro in essere per razionalizzare ogni processo produttivo. E’ indispensabile ora più che mai efficientare i costi. Considerando che i primi rialzi dei prezzi, in buona parte, nella prima parte dell’anno, sono stati assorbiti da industria e distribuzione e solo negli ultimi tempi abbiamo dei veri e propri aumenti di listino verso il consumatore finale, ci riserviamo di monitorare attentamente l’andamento della domanda di mercato.
Relativamente alle strategie rivolte al consumatori finale cerchiamo di spingere sull’informazione e sulla comunicazione dei nostri valori positivi, in particolare l’importanza della sostenibilità e della sana alimentazione.
Cosa pensate della cosiddetta “carne sintetica”?
“In questo frangente il pubblico viene tartassato da messaggi scorretti legati alle alternative ‘plant based’ alla carne. Ci vuole maggiore informazione, più corretta ed equilibrata: le ricette di questi prodotti ultraprocessati sono discutibili. Per questo saremmo favorevoli a un sistema di etichettatura in grado di evidenziare la reale natura di questi surrogati e le loro caratteristiche nutrizionali che dovrebbero essere adeguatamente comparate coi cibi di origine animale”.
Com’è la qualità delle relazioni con i vostri clienti retail?
“Per quanto riguarda le relazioni con i clienti della GDO, Discount e HO.RE.CA ed industria collaboriamo da sempre non come fornitori-clienti ma in rapporto di partnership. Assieme valutiamo il ciclo di approvvigionamento più virtuoso e monitoriamo l’assortimento prodotti per minimizzare le inefficienze e creare opportunità di business. E’ indispensabile coi nostri clienti B2B indirizzare gli sforzi di ricerca e sviluppo verso prodotti alto vendenti sia con MDD che con brand Fiorani”.
Quali sono le strategie che state mettendo in campo per affrontare questo contesto critico?
“Pensiamo che la strategia da mettere in campo in questo contesto critico sia continuare a puntare sull’innovazione e sul servizio. Crediamo sia una nostra responsabilità sociale portare nel mercato anche novità rivolte alla sostenibilità. Vogliamo che la nostra proposta di servizio sia anche una proposta di valore, fornendo prodotti buoni, gustosi, sani, e confezionati con imballaggi che non fanno male al pianeta. Fiorani punta infatti su tutte le più innovative soluzioni di packaging presenti sul mercato cercando di ridurre sempre di più i materiali impiegati, diminuirne il peso e garantirne la possibilità di riutilizzo post consumer. Inoltre sceglie solo fornitori di imballaggi certificati (FSC, ATICELCA) e studia confezioni “antispreco”, come i vassoi separabili che si dividono in comode monoporzioni”.