
Alla luce di quanto sta accadendo sul mercato, con il continuo aumento dei prezzi, è inevitabile che anche fra i consumatori serpeggi un certo pessimismo che tende a favorire le insegne che esprimono convenienza. E la conferma arriva dai dati raccolti da Istituto Piepoli per la tavola rotonda di Cibuslab dal titolo “Salumi: relazioni tra GDO e industria nell’anno della crisi”.
Le risposte degli italiani, illustrate da Sara Merigo, hanno infatti ribadito come il 93% degli intervistati – scelti in un campione rappresentativo di 501 italiani – si è dichiarato molto e abbastanza preoccupato della situazione economica (rispettivamente 48% e 45%) mentre il restante 7% sta dormendo sonni abbastanza tranquilli vedendo i prezzi sugli scaffali.
“Si tratta – ha detto l’analista – di informazioni che monitoriamo settimanalmente da prima dell’estate, che testimoniano come l’aumento dei prezzi beni di consumo stia diventando la preoccupazione principale degli italiani”. In questo contesto, attualmente il canale di acquisto preferito resta quello del supermercato/ipermercato che arriva al 86%, seguito dal discount al 26% – scelto prevalentemente dalle fasce più giovani degli intervistati – e dal piccolo negozio di alimentari o bottega che si ferma al 16%.
La vera novità su cui la GDO deve riflettere è però quella secondo la quale il 51% dei consumatori interpellati da Piepoli ritiene che in futuro cambierà il modo di fare la spesa e, fra questi, il 56% è convinto che acquisterà solo prodotti di prima necessità, mentre il 22% farà la spesa prevalentemente al discount.
Un dato, quello relativo alla tipologia di punto vendita, sul quale si è soffermata Gaia Gualerzi, marketing manager di Parmacotto: “Mi colpisce molto il nuovo ruolo del discount che a tutti gli effetti è diventato un attore predominante di questo mercato. Si tratta – ha detto – di un dato da attenzionare fortemente perché anche noi notiamo come si stia evolvendo molto anche dal punto di vista dell’assortimento e della scelta numerica di referenze, ma anche come stia perdendo il suo DNA di sola proposta conveniente, spostandosi anche su altre qualitativamente più importanti. Per il resto – ha concluso – è stata fornita un’immagine molto realistica dell’andamento che anche noi vediamo ogni giorno, in termini di atteggiamento del consumatore e di comportamento di acquisto”.