“La protesta degli autotrasportatori contro l’aumento del prezzo del gasolio, il blocco delle merci, l’inflazione schizzata al 4,8% su base annua che svuota i carrelli della spesa e mette a rischio i consumi, il caro energia che rende insostenibili le bollette dei punti di vendita. La Moderna Distribuzione rischia di fermarsi”. Con queste parole Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé interviene in merito alla crisi che in queste ore sta portando al collasso il sistema della distribuzione italiana: “Abbiamo resistito al Covid garantendo la “normalità” del fare la spesa anche durante i lockdown e con senso di responsabilità, da tempo Gruppo VéGé sta facendo da scudo al potere d’acquisto delle famiglie intervenendo per calmierare le richieste di aumenti che arrivano dai fornitori. Adesso non ce la facciamo più”.
Per l’amministratore delegato di Gruppo VéGé servono risposte immediate da parte del Governo che deve innanzitutto riconoscere ai punti di vendita lo status di imprese energivore per la rimodulazione degli oneri di sistema e i relativi crediti d’imposta: “Ma non basta. La crisi energetica non è solo una tempesta perfetta ma nel nostro Paese rischia di diventare una sorta di ergastolo che mette in evidenza tutte le contraddizioni del nostro sistema produttivo. Ci mancava solo il blocco degli autotrasportatori in Sicilia ed ora in tutto il Sud Italia, che mette a rischio l’approvvigionamento delle merci a scaffale con conseguenti scarsità di prodotti”.
Gli scaffali vuoti nei supermercati fanno davvero paura.
“Invitiamo caldamente quindi il settore dei trasporti e della logistica a rimuovere i blocchi garantendo nuovamente la libera circolazione delle merci e nel contempo auspichiamo che il tavolo di concertazione con il Ministero delle Infrastrutture continui i suoi lavori sino a trovare una soluzione condivisa e soddisfacente”.
Gruppo VéGé, primo gruppo della Distribuzione Moderna nato in Italia, prende posizione in merito al caro energia che minaccia di compromettere le prospettive di ripresa del Paese, andando a gravare in modo insopportabile sulla tenuta del sistema produttivo e su un tessuto sociale logorato da anni di recessione e dall’emergenza sanitaria.