Nielsen: come va la fiducia dei consumatori europei? Per gli italiani…

Le preoccupazioni per la sicurezza del posto di lavoro e per le finanze personali disincentivano gli acquisti. Solo Atene è messa male come noi; Francia, Spagna e addirittura il Portogallo se la passano molto meglio

A differenza della Grecia, l’Italia non ha mai dovuto chiedere di essere salvata dall’Unione Europea e la troika non è mai arrivata a Roma ma per i consumatori italiani è come se tutto ciò fosse avvenuto. Le risposte raccolte da Nielsen nel suo sondaggio trimestrale sulla fiducia dei consumatori sono improntate ancora oggi a un pessimismo estremo che non si discosta molto da quanto rilevato ad Atene. Il resto d’Europa viaggia su livelli decisamente più alti, compreso lo stesso Portogallo, che pure ha dovuto fare i conti con la troika Ue-Bce-Fmi.

Le preoccupazioni riguardanti il posto di lavoro e lo stato delle finanze personali sono quelle che impensieriscono maggiormente le famiglie sia in Italia che in Grecia. Alla domanda “Come pensi che siano le prospettive di lavoro nel tuo Paese nei prossimi dodici mesi?” l’88% degli Italiani ha risposto “non buone” o “pessime”, un valore molto vicino a quello greco (90%). Nel resto d’Europa c’è molto meno pessimismo; basti pensare che le letture peggiori si fermano al 63% per la Spagna e al 62% per Francia e Portogallo. Lo stesso accade se si sposta l’attenzione al tema delle disponibilità economiche. Alla domanda “Come pensi che sarà lo stato delle tue finanze personali nei prossimi dodici mesi?” il 71% degli Italiani ha risposto “non buono” o “pessimo”, un valore leggermente migliore rispetto al 75% della Grecia. Anche in questo caso però il resto del Vecchio

Continente viaggia su valori decisamente migliori: la Francia si ferma al 56%, il Portogallo al 52% e la Spagna addirittura al 44%, non lontana dal duo di testa Germania e Gran Bretagna, entrambe al 42%.
Tutto ciò fa sentire il proprio nefasto effetto sulla propensione all’acquisto. In Italia tre intervistati su quattro (76%) hanno detto che “considerando il costo delle merci e le proprie finanze personale” adesso non è il momento opportuno per acquistare i beni che si vogliono o di cui si ha bisogno. Il dato relativo alla Grecia sale al 79%, mentre Portogallo e Francia, pur mostrando anche loro qualche preoccupazione, scendono rispettivamente al 68% e 65%.

fiucia nielsen

Va però anche detto che i consumatori francesi sono più “spendaccioni” di quelli italiani: a Parigi ben il 28% degli intervistati si ritrova a fine mese senza soldi da mettere da parte, mentre a Roma questo capita solo al 22%. In entrambi i Paesi, inoltre, è simile la percentuale di coloro che destinano quello che avanza dopo le spese necessarie al risparmio (36% in Italia e 37% Francia). Su questo fronte le percentuali più alte si registrano in Spagna (50%) e Portogallo (45%) dove le famiglie, dopo anni di crisi durissima, stanno cercando di ricostituire i propri risparmi. In Italia, poi, è relativamente alta la quota di coloro che investono in azioni (10%) o alimentano il proprio fondo pensione (10%).Sul fronte dei consumi nel Belpaese si spende volentieri in abbigliamento (30%), tempo libero (27%) e vacanze (32%).

Va infine segnalato che in Italia l’immigrazione è diventata una vera e propria preoccupazione: ben l’8% l’ha messa in cima ai propri timori, il valore più alto fra tutti i Paesi (la Francia è la seconda con il 7%). Le maggiori preoccupazioni degli Italiani restano però la sicurezza del posto di lavoro (17%) e il terrorismo (14%).

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