Italiani pazzi per lo shopping? Sì, ma a prezzi scontati, anzi scontatissimi. Negli ultimi anni, complice il rincaro dei prezzi soprattutto per abbigliamento e calzature, è tornata voglia di fare acquisti sulle bancarelle e negli outlet. E tra i consumatori del Belpaese è caccia all’affare. Insomma, la voglia di fare compere rimane, ma con un occhio sempre più attento al portafoglio.
E’ quanto è emerso dal Rapporto sul commercio nel 2005 realizzato dal Centro Studi della Confcommercio. Dal 2002, in soli 3 anni, il numero delle imprese ambulanti è cresciuto del 26%, mentre i negozi aprono e chiudono rapidamente.
Numeri alla mano, il rapporto mette in evidenza un elevato turnover per gli esercizi al dettaglio, con oltre 57.000 chiusure (tra cui molti fallimenti) e 54.000 nuove aperture per un saldo negativo di 3.336 unità. Un calo che viene compensato da un vero e proprio boom dei mercati rionali, delle grandi superfici specializzate e della grande distribuzione organizzata. Per quanto riguarda quest’ultima, spicca l’avanzata dei francesi che si stanno affermando sempre più sul nostro territorio nazionale con i colossi come Auchan e Carrefour.
Dal 1999 i supermercati sono aumentati di 1.615 unità, i grandi magazzini di 142 unità e gli ipermercati di 112 unità. In espansione anche gli outlet.
La Federconsumatori, commentando i dati del rapporto Confcommercio, afferma: “E’ ormai da mesi che le famiglie preferiscono i mercatini, gli outlet e hard-discount, a causa della decurtazione del 20% del loro potere d’acquisto. Ad oggi, con una spesa di 28 mila euro annua – calcola l’associazione dei consumatori – si acquistano prodotti che nel 2002 si compravano con 23 mila euro. Questa perdita è dovuta agli aumenti spropositati dei prezzi e delle tariffe che hanno attraversato tutti i settori della nostra economia”. Per la Federconsumatori “non stupisce per nulla, quindi, che vi sia stato un notevole calo dei consumi anche nel settore alimentare, che pur registrando oggi una leggerissima variazione in positivo, viene da quattro anni di caduta verticale dei consumi. Quei commercianti che, con la complicità del governo che ha omesso verifiche e controlli nei loro confronti, si sono arricchiti a scapito delle famiglie, piangano solo se stessi – commenta ancora l’associazione – e decidano se vogliono riannodare un rapporto assai sfilacciato con i consumatori e percorrere una nuova strada basata su un rapporto di correttezza e trasparenza con loro”. La Federconsumatori propone quindi una sua ricetta che si basa su “un abbattimento dei prezzi di almeno il 20% e sul superamento della legislazione relativa ai saldi ed alle promozioni”.