
Nel dato progressivo 2022 la sofferenza delle vendite del grocery della zona del Sud Italia ha determinato il dato negativo a livello nazionale. Una crisi, quella dell’area 4, provocata da una diminuzione dei volumi di vendita, e se bisogna dirla tutta, a sua volta figlia anche della pressione promozionale, storicamente più alta rispetto ad altri territori, ed oggi in netta diminuzione.
Questi fattori, uniti alla situazione socioeconomica, stanno provocando una crisi certificata in modo molto preciso dai dati Nielsen, che andremo ad analizzare nel comparto del grocery, iniziando dall’andamento del mese di dicembre, mese nel quale, solitamente, le vendite si accendono rispetto ai precedenti e nel quale la campagna natalizia assume un ruolo rilevante all’interno dell’area grocery.
Negli ultimi trentuno giorni dell’anno da poco trascorsi, i dati a valore e a volumi sono risultati ancora una volta molto differenti, con i primi estremamente positivi e i secondi negativi, consegnando una crescita del fatturato in cui il maggior guadagno non va né alla Grande Distribuzione, né al produttore, ma finisce ancora più indietro, agli incrementi dei costi di produzione alla fonte.
Fatta questa premessa possiamo subito dire che il mercato in questione – con tutti i suoi canali – nel mese di dicembre ha ottenuto un incremento di fatturato pari a +11,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, crescita a cui è però corrisposta una diminuzione dei volumi di vendita pari a -2,5%.
Entrando nel merito dei singoli segmenti possiamo vedere come i piccoli negozi Liberi Servizi (da 100 a 400 metri quadri) abbiano realizzato un incremento di fatturato intorno al 10% – dato leggermente inferiore alla media nazionale – con un decremento a volume del 4%.
I supermercati (da 400 a 2.500 metri quadri) sono andati anche peggio, ottenendo +9,5% a valore ma perdendo -4,2% a volume, mentre i superstore hanno “tirato” bene, non registrando diminuzioni a volumi e raggiungendo +13,1% a valore. Guardando sempre all’interno del grocery poi gli ipermercati (oltre i 4.500 metri quadri) non se la sono passata bene con una perdita di volumi del -3,2% a fronte di un incremento di +8,4% a valore. I canali tradizionali nella loro interezza dunque hanno portato a casa un incremento di fatturato di +10% rispetto al 2021 perdendo però volumi per -3,3%.
Discorso differente invece per i discount la cui crescita a valore nel mese di dicembre è stata eccezionale con +15,2%, ma hanno sofferto un’importante diminuzione a volume -3,3%. Sempre nel mese di dicembre, infine, gli specialisti drugstore hanno avuto dati positivi e in crescita in entrambe le voci (+11,3% e +3,4%) così come l’ecommerce che si è scostato di poco dall’anno precedente (+14,6% e +4,2%).
Passando al progressivo del totale Italia aggiornato a dicembre 2022 osserviamo subito il buon risultato del grocery, con il totale del fatturato cresciuto di +7,5% perdendo però -0,3% a volumi.
In questo caso i liberi servizi hanno accresciuto il loro fatturato del +4% diminuendo però notevolmente nella voce dei volumi con -4,1%, il dato peggiore della categoria. Risultato tutto sommato buono per i supermercati, cresciuti del 6,7% in termini di fatturato ma con un decremento del -1,2% a volume, dato questo più alto della media.
Positivo l’andamento dei superstore (+7,1% a valore e +0,8% a volume) mentre gli ipermercati da un lato hanno ottenuto +5,1% e dall’altro hanno perso -1,6%. In totale quindi i canali tradizionali hanno visto crescere il loro fatturato del +6,2% perdendo -1,3% in termini di volumi.
Sempre positivo invece il discount (+11,6% e +0,8%) così come gli specialisti drugstore (+7,4% e +2,8%) e l’ecommerce anche se il +11,9% a valore (+5,1% a volume) non è molto se si considera la quota che possiede: 2,3% del totale. Da rilevare inoltre come la quota di mercato dei discount salga nel grocery a 21,9%.
Per quanto riguarda le vendite del grocery n el mese di dicembre per area geografica, nel Nord Ovest ha perso -3,4% a volumi incrementando però il fatturato di +9,5% mentre nel Nord Est ha visto crescere volumi (+13,4%) e valore (+1%).
Andamento diverso quello del Centro Italia con +10,8% a valore ma -3,3% a volumi, e del Sud che ha subito un decremento dei volumi del -3,4% e una crescita del valore del 12,4%. A parte il Nord Est quindi tutte le altre aree nel mese di dicembre 2022 hanno sofferto in maniera simile.
Osservando infine il totale Italia, con tutti i canali sul progressivo che ha chiuso a dicembre, troviamo l’area 1 in crescita sia a valore che a volumi (+6,8% e +0,4%) così come l’area 2 (1,5% a volume e +8,2 a valore) mentre l’area 3 soffre un andamento negativo a volumi pari alla media nazionale (-0,3%) con un +8,1% a valore mentre l’area 4 Sud, come detto in apertura, chiude con -2,6% a volumi e +7,2 a valore.