Da più di cinquant’anni e ben tre generazioni, l’azienda modenese La Pasta di Celestino produce pasta fresca, ripiena e da forno, di qualità, all’insegna della migliore tradizione emiliana. Un’esperienza che è stata molto utile in un biennio complicato dalla pandemia e, più di recente dal consistente aumento dei prezzi delle materie prime.
“Per quanto riguarda le vendite del 2021 – spiega Graziano Morotti, manager dell’azienda – abbiamo superato le nostre aspettative, anche se le strategie attuate nel corso dell’anno passato non potevano certo prevedere gli aumenti di materie prime e dell’energia che abbiamo subito. Rincari che hanno penalizzato le nostre performance facendoci chiudere il bilancio non in linea con l’aumento di fatturato che abbiamo ottenuto. Inoltre – osserva ancora – le assenze degli addetti alle prese con Covid o quarantene, hanno messo a dura prova la nostra filiera produttiva già alla fine del 2021, proseguendo in questo inizio di 2022. Problematiche che hanno colpito anche i nostri fornitori i quali talvolta non sono riusciti a garantire l’approvvigionamento necessario. Infine l’aumento indiscriminato dei prezzi ha determinato una fase di stallo con gli attuali clienti della GDO che rifiutano un confronto serio”.
In questo contesto che strategie avete elaborato per affrontare i prossimi mesi?
“Stiamo lavorando per presentarci a nuovi clienti della GDO che siano attenti alla qualità di prodotto e di processo. Abbiamo intenzione di farlo puntando sulla nostra esperienza più che decennale e sulla fornitura di prodotti di pasta fresca a marca privata. Ci sarà inoltre la presentazione di nuove paste ripiene e farcite, a base di verdure e senza carne, sempre contraddistinte però da qualità e facilità di utilizzo”.
Come vi rapportare invece con l’export? Ha risentito della pandemia?
“Al momento non siamo presenti sul mercato estero per un motivo specifico. La nostra azienda è da sempre legata alla tradizione Emiliana seguendo un percorso di alta qualità e rispettando le antiche ricette tramandate da tre generazioni, senza l’utilizzo di conservanti, fibre e aromi. La qualità percepita e la frequenza di uso della pasta fresca, al di fuori dei nostri confini, è completamente diversa dalla nostra e richiederebbe dei prodotti ad hoc, ma fino ad ora il mercato nazionale è stato più che sufficiente per farci crescere”.
Una cura nella produzione e nel rispetto delle tradizioni che si ritrova anche nell’attenzione riservata al tema della sostenibilità: “Nel 2018 è iniziata la progettazione del nuovo sito produttivo che è stato poi inaugurato nel luglio 2020. È stata triplicata la superficie di produzione ed è stato riservato ampio spazio alle attuali tecnologie che garantiscono un elevato risparmio energetico come isolamento, fotovoltaico e solare termico. In base alle nuove disposizioni – conclude Morotti – riportiamo poi su ogni confezione i codici di smaltimento degli imballaggi mentre stiamo stiamo valutando l’utilizzo di nuovi materiali compostabili per ridurre, dove possibile, l’uso della plastica”.