
Il Consorzio Tutela del Pecorino Toscano DOP, nato nel 1985, riunisce 900 allevatori, 17 caseifici, due stagionatori e un confezionatore e da oltre trent’anni tutela e promuove questa eccellenza, tramandandone la tradizione e rafforzandone l’identità a livello nazionale e internazionale, dove realizza il 20% delle vendite, in leggero aumento nell’anno in corso.
“Proposto nella versione fresca o stagionata, il Pecorino Toscano DOP affonda le sue radici nella storia ed è prodotto esclusivamente con latte di pecora da greggi allevate in maniera estensiva, su terreni ricchi di erbe ed essenze che gli conferiscono un sapore unico e armonico. Oggi – come ci racconta il Direttore Andrea Righini – l’impegno del Consorzio di Tutela è orientato all’utilizzo di materiali più sostenibili per i suoi prodotti preconfezionati, in linea con le esigenze dei consumatori moderni.”
D: In effetti il tema della sostenibilità è quanto mai attuale e necessario per rimanere competitivi sul mercato: cos’altro sta facendo Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP in tal senso? Quali sono i propositi già realizzati e quali quelli in via di realizzazione?
Stiamo completndo la mappatura degli allevamenti inseriti nella filiera produttiva del Pecorino Toscano, per evidenziare lo stato attuale delle aziende e le possibilità di miglioramento delle condizioni produttive in funzione della sostenibilità, soprattutto ambientale. Le aziende di trasformazione hanno già investito e stanno investendo ingenti risorse per diminuire le emissioni e migliorare ulteriormente le condizioni produttive.
D: Il 2021 è stato un altro anno molto difficile per la situazione epidemiologica. Qual è il vostro bilancio per l’anno appena concluso? Le strategie che avevate previsto per affrontarlo si sono rivelate efficaci?
Il 2021 ha avuto luci ed ombre dovute non solo alle condizioni epidemiologiche. A livello di produzione primaria, infatti, al problema ormai costante delle predazioni si è aggiunto quello della siccità, durata circa sette mesi e mezzo. Questo ha portato ad un calo produttivo del latte ovino di circa il 5%, con conseguente diminuzione produttiva del Pecorino Toscano DOP. Sul fronte delle vendite è stato un anno positivo in termini di quantità ma non di andamento dei prezzi. I pochi aumenti concessi dalla GDO non hanno compensato i maggiori costi sostenuti dai caseifici.
D: Il 2022 è iniziato molto in salita tra la recrudescenza del Covid, con le conseguenti quarantene, e gli incrementi indiscriminati delle materie prime: qual è la situazione di Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP? Le negoziazioni con la GDO come procedono
Il 2022, secondo le nostre stime, potrebbe essere l’anno peggiore di questo triennio. Gli aumenti dei costi di produzione non trovano riscontro nell’aumento dei prezzi all’ingrosso e questo può danneggiare le aziende, soprattutto quelle orientate spiccatamente verso il mercato nazionale.