
Da Pambianco Beauty.
Business sempre più profittevole quello delle profumeria di proprietà della grande distribuzione. Per la Gdo è un modo per ampliare il suo posizionamento beauty: la grande superficie non vende più solo cosmetici mass market all’interno del supermercato, ma entra anche nel segmento prestige, con prodotti selettivi venduti nella propria insegna di profumeria. Capostipite in questo caso è EsserBella, catena nazionale del Gruppo Esselunga, che conta 37 punti vendita all’interno dei suoi superstore. Le vendite di EsserBella sono in crescita da oltre 10 anni: nel 2006 la catena sfiorava 20 milioni di euro di ricavi, con 116 dipendenti, e nel 2015 ha superato i 38 milioni di euro di fatturato, con 186 dipendenti. Un altro esempio di profumeria ‘di casa’ è la catena regionale Unix, di proprietà del Gruppo Alì, che si trova all’interno di 11 ipermercati e centri commerciali Alìper. Le performance, secondo Tullio Prevato, AD di Unix Profumerie, sono addirittura superiori rispetto ai negozi su strada: “Le vendite negli spazi della nostra casa madre sono tra il 3% e il 5% in più a valore e a volume, rispetto ai punti vendita nei centri storici della città. Il ricavo medio di un negozio è circa 800mila euro l’anno, ma le profumerie dentro Alìper performano meglio”.
Altri esempi sono Auchan che ha lanciato la ‘profumeria drug’ LillaMoi, Coop che investe su un concetto più trasversale, che comprende bellezza e parafarmacia, con i negozi e i corner Coop Salute, Interspar (Consorzio Despar), Iper (Gruppo Finiper) e Famila (Gruppo Selex), che stanno allargando l’assortimento beauty ai cosmetici biologici e ai prodotti parafarmaceutuci, con la presenza di un’esperta in camice bianco per consigliare le acquirenti.
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