Nel commercio al dettaglio elvetico sussiste una concorrenza agguerrita, di cui soffrono soprattutto gli operatori del settore “non food”, mentre quello alimentare stagna. Complessivamente il 2015 è stato caratterizzato dalla maggiore contrazione degli ultimi 25 anni.
Lo scorso anno nel commercio al dettaglio svizzero è stato generato un giro d’affari di 95,4 miliardi di franchi, pari a una diminuzione del 2,3% rispetto al 2014, ha dichiarato oggi Thomas Hochreutener, responsabile per il commercio presso l’istituto di ricerche di mercato GfK Svizzera durante un convegno a Zurigo.
La flessione è attribuibile principalmente al settore non alimentare. Aziende come i grandi magazzini Manor o il gruppo di negozi di calzature e articoli sportivi Dosenbach-Ochsner hanno ad esempio tagliato i prezzi per evitare che la clientela acquisti all’estero o in internet.
Nel commercio a distanza – come i ricercatori di GfK chiamano il commercio online e per corrispondenza – lo scorso anno sono state generate vendite per 7,2 miliardi di franchi, il 7% in più del 2014. Stando a Hochreutener questa progressione va a scapito dei negozi. “Si imporrà chi sarà in grado di collegare in maniera efficiente online e offline”, ha spiegato.
Mentre Manor – il cui fatturato nei punti vendita è sceso del 2,9% lo scorso anno – e Ochsner-Dosenbach (-5,8%) sono tra i perdenti, vi sono anche vincitori: i due discounter tedeschi Aldi e Lidl. Il primo è cresciuto del 2,5% per raggiungere un giro d’affari stimato di 1,8 miliardi di franchi. Lidl ha perfino realizzato un incremento del 9% a 870 milioni di franchi. Assieme detengono una fetta di mercato pari al 2,8%. Il leader del settore discount, Denner, ha visto stagnare le vendite a circa 3 miliardi di franchi.
In questo modo Lidl è riuscita ad issarsi al 12esimo posto tra i dettaglianti svizzeri. In cima alla classifica si situano da anni Migros e Coop con un fatturato – solo nel commercio al dettaglio – di rispettivamente 14,4 miliardi (-1,1%) e 13 miliardi di franchi (-1,3%), seguite da Denner, Manor e Aldi Suisse.
La lotta prosegue anche quest’anno. Nei primi cinque mesi emerge una flessione complessiva delle vendite dell’1%, mentre per l’intero 2016 Hochreutener prevede una contrazione del settore del 2%. Nel ramo alimentare dovrebbe risultare una stagnazione mentre in quello non-food si attende una flessione del 3-4%.