
La valorizzazione degli immobili pubblici dismessi o non utilizzati è un tema da anni sotto i riflettori. Punta a riutilizzarli trasformandoli in centri commerciali, per un giro di investimenti di un miliardo di euro nei prossimi cinque anni, il Progetto Immobili lanciato dall’Agenzia del Demanio in collaborazione con l’Anci e il Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).
“Questi ultimi possono rappresentare una opportunità di valorizzazione del real estate pubblico, una forza di investimento su cui fare leva per riqualificare le nostre città, riutilizzando immobili non più utili ed evitando nuovo consumo di suolo”, ha sottolineato Roberto Reggi, direttore generale dell’Agenzia del Demanio, nell’ambito di un workshop dedicato tenutosi nei giorni scorsi a Milano. “Vorremmo per questo far incontrare la domanda espressa dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha in programma per i prossimi cinque anni un ingente programma di investimenti, e l’enorme quantità di immobili pubblici collocati in luoghi strategici in attesa di essere dismessi”.
Il progetto ha visto una prima edizione che ha portato all’individuazione di 19 strutture (di cui quattro in Toscana, tre in Abruzzo e altrettante in Emilia Romagna, due in Campania e una in Friuli, in Veneto, in Piemonte, in Lombardia, in Liguria, in Molise e in Sicilia) che presentano le giuste condizioni per il riuso a fini commerciali sul fronte, ad esempio, dell’accessibilità, del bacino di utenza e della zona di attrazione. È stata inoltre creata una commissione con il compito di definire i criteri di idoneità degli immobili pubblici e valutare i vantaggi in termini di nuove infrastrutture, rivitalizzazione del territorio, creazione di occupazione.
“È un’operazione economica, che potrebbe generare un valore complessivo di un miliardo di euro nei prossimi cinque anni, e di trasformazione del territorio”, ha osservato Massimo Moretti, presidente Cncc. “Vorremmo infatti seguire esempi virtuosi come quelli di Montpellier, in Francia, in cui il centro città è stato rivitalizzato creando una struttura commerciale e sviluppando attorno la parte residenziale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Cattaneo, presidente della Fondazione Patrimonio Comune Anci, secondo cui “le città hanno bisogno di rigenerazione urbana, per cui i comuni devono fare la loro parte dando spazio ai privati”.
Ad aiutare l’iniziativa è il decreto legge Sblocca Italia (articolo 26) che prevede tempi certi e brevi per il riuso degli immobili pubblici; gli asset potranno inoltre essere assegnati secondo le modalità previste nel decreto: acquisto, concessione fino a 50 anni, diritto di superficie e acquisizione temporanea. Il progetto non si ferma qui, ma prosegue con una seconda edizione nell’ambito della quale “stiamo raccogliendo (fino al prossimo 20 giugno, ndr) le candidature degli enti territoriali che vogliono mettere a disposizione i loro beni immobili”, ha concluso Reggi.