Anche marzo è stato un mese in deflazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat l’indice dei prezzi al consumo è sceso, nello scorso mese, dello 0,2% su base annua. Un dato che segue il -0,3% di febbraio, anche se su base mensile la variazione risulta positiva, con un aumento dello 0,2%.
Calano i beni, salgono i servizi
Considerando i due principali aggregati (beni e servizi), a marzo i prezzi dei beni hanno registrano una flessione su base annua (-1,0%) più ampia di quella rilevata a febbraio (-0,7%) e i prezzi dei servizi un tasso di crescita tendenziale in accelerazione di due decimi di punto percentuale (+0,7%, da +0,5% del mese precedente). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra i tassi di variazione tendenziale dei prezzi dei servizi e quelli dei beni si amplia, portandosi a più 1,7 punti percentuali (da più 1,2 a febbraio).
Le 22 città a prezzi calanti
Analizzando i 20 capoluoghi delle Regioni e delle Province autonome per i quali sono calcolati gli indici generali, a marzo sono risultati 14 quelli in deflazione (erano 13 a febbraio). Tra questi, come a febbraio, Bari e Potenza registrano le flessioni tendenziali dei prezzi più ampie e pari a -1,0% (a febbraio era -0,9% per entrambi i capoluoghi di regione). Seguono Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6% per tutte e tre), Roma (-0,5%) e Firenze (-0,4%). Le diminuzioni più contenute, pari a -0,1%, si registrano per Milano, Genova e Napoli. Prezzi con cali intermedi a Torino, Ancona e L’Aquila (-0,2%) e Palermo (-0,3%). In cinque delle restanti città si registrano aumenti su base annua dei prezzi compresi tra +0,5% di Aosta e +0,1% di Venezia. A Bologna, infine, i prezzi sono stabili su base annua. Con riferimento ai Comuni con più di 150mila abitanti che non sono capoluoghi di Regione, i prezzi sono in diminuzione su base annua in otto città su undici (erano sette a febbraio): le diminuzioni maggiori interessano Verona (-0,9%, la variazione era nulla a febbraio), Reggio Calabria (-0,7%, da -0,5% di febbraio) e Catania (-0,5%, era -0,4% il mese precedente); cali anche a Brescia e Padova (-0,4%), Modena e Ravenna (-0,2%) e Messina (-0,2%). Tassi di crescita positivi, invece, si rilevano a Parma (+0,5%) e Livorno (+0,1%). A Reggio Emilia prezzi sono stabili su base annua. D’altra parte, è evidenziato nella nota dell’Istat, «in tutte le ripartizioni geografiche, a marzo 2016 i prezzi fanno registrare flessioni tendenziali, accentuando, in quasi tutti i casi, la dinamica negativa registrata a febbraio»: nel Sud e nelle Isole il tasso tendenziale è stato pari a -0,3% (da -0,2%), nel Nord-est e nel Centro è pari a -0,2% (da -0,1%) mentre nel Nord-ovest la flessione su base annua registra una lieve attenuazione, portandosi -0,1% (da -0,2%).
[Via Il Corriere]