Quello appena iniziato è un anno molto significato per Selex, realtà nata nel 1964 dall’intuizione di un gruppo di grossisti alimentari. Oggi, sessant’anni dopo, il Gruppo è formato da 18 imprese socie, vanta una quota di mercato superiore al 15% con circa 20 miliardi di euro di fatturato e una capillarità data da oltre 3.328 punti vendita, 60 dei quali aperti nel 2023 a cui se ne aggiungeranno altri 65 nei prossimi mesi.
Per leggere le ultime ed aggiornate quote di mercato di Selex e dei suoi concorrenti leggi l’articolo qui sotto:
Numeri che fanno della Centrale acquisti il secondo player retail italiano ma quasi co-leader – come abbiamo avuto modo di spiegare nella pubblicazione sopra – della quale in questo articolo analizzeremo mettendole a confronto le prestazioni di sette dei suoi soci (Alfi srl, Alì srl, Dimar Spa, Italmark srl, L’Abbondanza srl, Maxi Di srl, Rialto Spa) i quali sono accomunati dallo stesso modello di business, ovvero che si esprimono sul mercato con negozi prevalentemente di proprietà (senza o con pochissima ed impercettibile affiliazione o associazione) e quindi con un’espressione dei valori di bilancio piuttosto stereotipata, cioè con un margine industriale elevato ed alto e allo stesso tempo costi di gestione più sostenuti.
Il confronto è stato fatto non su un solo anno, bensì in un arco di tempo determinato (cinque anni) mettendo in un unico valore il primo triennio, e separando in autonomia gli ultimi due anni di bilancio, in un esercizio già applicato dai maestri delle aree studi di Mediobanca, il cui metodo appunto è piaciuto moltissimo agli esperti di GDONews che lo hanno applicato anche nelle loro attività.
Entriamo nel dettaglio dei valori delle aziende indicate:
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