Bisognava fare un favore al Governo per permettergli di fare bella figura davanti agli italiani, ed il patto anti inflazione è stato siglato. Parteciperà anche l’industria. Anche chi scrive aveva spiegato e scritto che patti antinflazione con l’industria, in un momento di grandi tensioni sui prezzi, non erano possibili da firmare. Ma allora, cosa è successo?
I mesi estivi sono stati il crocevia che ci riporta verso un ritorno alla normalità (ed alla stabilità), infatti negli ultimi tre mesi l’inflazione alimentare è scesa di quasi quattro punti. La GDO sta richiamando velocemente l’industria ai tavoli della negoziazione per rivedere – al ribasso – i prezzi e quest’ultima comprende che, in effetti, un accordo per tre mesi sul mantenimento dei prezzi forse potrebbe anche fargli comodo.
Francesco Mutti, Presidente di Centromarca, quello che poco più di un mese fa tuonava contro il patto il quale, a suo dire, era impossibile da firmare in un momento dove le materie prime aumentavano di prezzo ogni settimana, dopo l’accordo ha poi dichiarato: “La lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, è una priorità per il tessuto industriale del Paese”.
Ha ragione, lo è ora e lo era anche prima quando, durante la piena inflazione dello scorso anno, con il costo energetico a livelli abnormi e la materia prima alle stelle, i bilanci del comparto in cui la sua azienda opera (conserve) crescevano sia nei ricavi che nelle marginalità (vedi articolo).
L’accordo prevede il calmieramento dei prezzi per il trimestre che va dal 1 ottobre al 31 dicembre. Uno sforzo realizzabile. Il Governo si forgia di aver fatto funzionare il “sistema Italia” davanti agli elettori, l’industria e la distribuzione fanno in modo di concedere qualcosa sperando di ricevere al momento opportuno, ma la verità è che i prezzi bloccati per tre mesi si possono tenere in un momento in cui anche l’inflazione alimentare sta scendendo rapidamente, anzi forse conviene a molti.
Sono i numeri a parlare: secondo Circana l’inflazione alimentare, che agli inizi di Giugno era ancora al 14%, è scesa sotto il 10% a fine luglio, e sta continuando a scendere.
Il patto aveva senso in un altro momento, lo scorso anno e sino alla primavera di questo, oggi è solo ed esclusivamente un modo per trasferire agli italiani un messaggio elettorale: il sistema Italia, come lo chiama Urso, funziona. “Vabbe”, facciamoglielo credere.