
Circana (ex IRI) nella sua analisi mensile sull’andamento progressivo delle vendite del Largo Consumo Confezionato, ha svolto un’analisi illustrando il trend del primo bimestre 2023, il quale presenta riflessioni di deciso interesse; non tanto per il dettaglio dei dati relativi alle singole aree merceologiche che sono comunque utili da conoscere ed interpretare, quanto per la storicità degli andamenti degli ultimi 16 mesi perchè, come vedremo, il calo dei volumi non è una novità apparsa adesso da un’ibernazione secolare.
Procediamo, però, per ordine:
Secondo Circana l’andamento dei formati tradizionali (iper, super e LSP) all’interno del perimetro LCC è stato nel primo bimestre 2023 pari al -3,3%, contro il -1,4% del 2022 ed il 0,4% del 2021. Prima considerazione: la decrescita delle vendite a volume, letta in quest’arco temporale, fa comprendere che è giusta la preoccupazione, ma la discesa dei sell out in termini di volumi non è pari all’ascesa delle vendite a valore.
Un altro dato interessante è l’andamento delle vendite a volume degli specialisti drug: è in crescita, nonostante l’inflazione. GDONews ha recentemente pubblicato un’analisi sugli specialisti drug del gruppo ESD dove è emersa la qualità dell’evoluzione di questo format di vendita. Il 2023 ha tutti i presupposti per essere migliore del 2022 in termini di vendite a volume, dato che nel progressivo è pari +3,9% contro il 2,5% del 2022. Nel 2021 la crescita a volumi fu eccezionale (+7,9%).
E’ molto interessante valutare le prestazioni dei discount, un altro canale di vendita che sino allo scorso anno è stato al centro di una crescita sorprendente (vedere, a tal proposito, le nostre pubblicazioni sulle quote di mercato dei discount) ma che nel primo bimestre del 2023 soffre maledettamente le perdite di vendite a volume (-4,1%). Tale flessione, come si può notare, è molto più rilevante rispetto a quanto sta accadendo per i canali tradizionali (+0,8%). Impatta l’involuzione degli ultimi due anni, al contrario di quanto accade per i canali tradizionali: infatti i discount avevano nel 2021 in andamento a volumi decisamente positivo (+10,1%), per poi scendere nel 2022 a +2,8 ed ora, nel dato progressivo del bimestre, è sotto del 4,1%.
Sul dato E-Commerce poco da dire, l’involuzione è evidente. A tal proposito consigliamo di ascoltare un nostro podcast dedicato proprio a questo canale di vendita (per ascoltare clicca qui).
L’altro aspetto oramai costante da verificare è l’andamento dell’inflazione, che Circana misura nel perimetro LCC. Nei canali tradizionali l’ascesa dei prezzi in questo 2023 è la più alta mai registrata (+13,1%) contro il 7,4% del 2022 e il 0,2% del 2021. La novità sta nel fatto che la forbice tra inflazione prodotta dai discount (la più alta, pari al 15,3%) ed i canali tradizionali non è così estesa come lo scorso anno.
Il mondo dei drugstore, al contrario, sta vivendo un’inflazione più contenuta, pari al 8% nel 2023, ma in crescita decisa rispetto al 2022 (+4,3%). L’E-commerce sta vivendo un’inflazione minima, tale da far ritenere che non sia questa la causa della depressione delle vendite.
Nella slide sopra viene indicato il trend delle vendite del Largo Consumo Confezionato da novembre 2021 a febbraio 2023. Si può notare che il mercato alla fine del 2021, in termini di andamento a volume, non era distante dalla situazione attuale. E’ vero che l’inflazione stava timidamente arrivando da pochi mesi, era un momento di battaglia sui listini che ancora non lievitavano, a parte i discount e poco altro, ma gli andamenti avevano contrazioni, come è sempre accaduto da diversi anni. Con questo si vuole spiegare che, se da un lato siamo spiazzati e preoccupati per una situazione nuova (inflazione a doppia cifra) e preoccupante (calo dei volumi) soprattutto se messi a confronto con il 2022, dall’altro lato si può affermare, come abbiamo spesso scritto noi di GDONews, che un dato negativo del 3% è ancora qualcosa che non deve preoccupare il mondo retail (l’industria di produzione invece deve preoccuparsi).
Entriamo nel dettaglio delle aree merceologiche: le vendite a volume del comparto cura persona sono nette (-5,6%) mentre la cura casa sta migliorando un andamento che era peggiore nel 2022. Invece alimentare e bevande soffrono (-3,2% e -4,3%) pur incrementando le vendite a valore per gli effetti inflattivi. Si noti, infine, come sia differente l’andamento positivo di alimentari e bevande sulle altre due marco categorie.
Entrando nel dettaglio delle categorie dell’alimentare si ha una situazione simile: incrementi generalizzati a valore (pet care su tutti, segue drogheria) e cali a volume di quasi tutti, eccetto il fresco a peso variabile (+1,4% a volume) calcolati solo nel perimetro ipermercati e supermercati.
Infine Circana ci restituisce una slide che evidenza gli andamenti inflattivi delle diverse categorie merceologiche: A febbraio 2023 il totale ha prodotto un’inflazione pari al 14,1%, in leggera ascesa rispetto agli ultimi mesi. Il freddo ha raggiunto la punta del 17,3%, sempre in crescita da mesi, con una forbice evolutiva notevole negli ultimi mesi, il fresco il 16,8% e la drogheria alimentare il 16%. Le bevande rimangono al 10,9% in leggera evoluzione da ottobre 2022, l’ortofrutta è in leggero calo, ma sappiamo bene che in questa categoria inflazione e deflazione sono oramai la normalità determinata dalle vicende climatiche.