Fabrizio Maggiore è buyer grocery di Megamark, leader della Gdo nel sud Italia: è presente in 6 regioni con le insegne dok Supermercati, Famila Superstore, A&O e Sole365 con la formula dell’edlp. In questo colloquio con Gdo News illustra le strategie che il gruppo sta attuando per proteggere i consumatori dai rincari dell’olio d’oliva.
A cosa sono dovuti gli incrementi di listino quest’anno?
Gli incrementi dei listini di vendita della campagna olearia 2022, sono riconducibili essenzialmente alla scarsità del raccolto, all’alternanza naturale, quest’anno di scarica. Altri fattori che hanno di contorno influito negativamente sono la siccità, la bassa resa, gli aumenti dei costi energetici e dei packaging, bottiglie di vetro in primis). Questa “tempesta perfetta” ha riguardato sia l’olio extravergine di origine Italia, soprattutto in aree particolarmente vocate all’olivicoltura come la Puglia, che ha perso il 50% di prodotto rispetto alla campagna precedente, che quello comunitario origine Spagna. Meglio invece è andata alla Grecia.
Qual è la politica che state adottando sui prezzi al pubblico? Avete scaricato a scaffale gli interi incrementi?
In questo momento i prezzi all’ingrosso sono stabili ma elevati, la capacità di fare copertura ci ha permesso di non scaricare al consumo aumenti importanti e comunque nettamente inferiori rispetto alle attuali quotazioni di mercato.
Avete progetti di category in atto sulla merceologia? Qual è il tratto distintivo del vostro assortimento di olio evo rispetto alla concorrenza?
Nei nostri progetti di Category abbiamo da sempre puntato alla valorizzazione “dell’oro verde italiano”, creando partnership con produttori locali e nazionali, riconoscendo loro il giusto prezzo, privilegiando la commercializzazione sulla nostra rete di vendita di prodotti dop, igp, bio e cultivar del nostro territorio: queste eccellenze hanno sui nostri display una posizione a scaffale di maggiore visibilità a discapito degli extravergini di provenienza comunitaria e non.
Che ruolo assume la private label in questo nuovo quadro strategico?
La MDD ha un ruolo centrale nei nostri assortimenti e anche in questa categoria presidia il segmento convenience con il marchio SELEX.
La pressione promozionale è sempre stata decisamente rilevante nella categoria: gli eventi degli ultimi mesi stanno influendo su questa dinamica?
La pressione promozionale è in linea con gli anni precedenti, intorno al 30%, le nostre previsioni sono di un graduale ribasso delle quotazioni a partire da marzo, ma tutto dipenderà dalla domanda degli olii industriali che in questo momento è elevata, è infatti in vendita sugli scaffali della distribuzione il prodotto della campagna precedente a prezzi competitivi, di qualità anche superiore rispetto all’attuale che non è risultata eccelsa. Il prezzo dell’olio al frantoio, quello cosiddetto di autoproduzione/autoconsumo, si è attestato in questa campagna tra gli 8/10 euro al chilo e questo ha spinto nelle nostre regioni le maggiori vendite nel canale gdo, influenzate dall’inflazione generale, dal minor potere di acquisto dei consumatori che hanno quindi preferito acquistare l’extravergine nei nostri negozi.
Crede che andrete incontro a tensioni negoziali nel caso in cui l’industria chieda ulteriori incrementi?
Le negoziazioni con i nostri fornitori sono da sempre basate sulla trasparenza. In questo complicato contesto di mercato è per noi fondamentale non tradire il patto di fiducia instaurato con i milioni di consumatori che per i loro acquisti scelgono ogni giorno i nostri punti di vendita. Abbiamo il dovere di tutelare il loro carrello della spesa, chiederemo pertanto, anche quest’anno, la massima collaborazione per sostenere e aiutare le famiglie a portare ancora sulle tavole un extravergine italiano di qualità: infatti, con il livello dei prezzi molto elevato il rischio da mettere in conto è di una riduzione dei consumi o che questi vengano dirottati su prodotti meno nobili e salubri come l’olio di oliva o di sansa.