Dopo il boom del 2020, che ha fatto registrare numeri mai visti per tutto il settore, il mercato dei surgelati è atteso ora da mesi che si prospettano caldissimi a causa degli aumenti dei costi delle materie prime – in particolare dell’energia – e della logistica, che rischiano di incidere pesantemente sui prezzi finali al consumatore.
Parliamo infatti di uno degli ambiti fra i più energivori dell’industria alimentare, non solo per la lavorazione dei prodotti ma anche per la loro conservazione e, i rincari di strettissima attualità, non possono certo giovare ai produttori costretti a ridurre le scorte di magazzino.
Da più parti, come per gli altri settori, sono già arrivate al Governo chiare richieste di misure che possano attutire i rincari ma, un repentino aumento dei prezzi a scaffale sembra inevitabile, tanto che si è già concretizzato per alcune realtà. Una situazione che non risparmia ovviamente il comparto del pesce surgelato – per il quale il Codacons indica a settembre aumenti del 12,1% sui listini – nonostante un recente studio di Global Info Research ne abbia confermato il trend in forte espansione, ipotizzandone una crescita che, partendo da un valore di mercato di 42.000 miliardi di dollari nel 2019, dovrebbe portarlo a circa 52.550 miliardi entro il 2025 con un +5,7%.
A livello nazionale il pesce congelato è reduce da un 2020 superlativo che ha fatto segnare +18,7% mentre nel 2021, con il ritorno a buona parte delle consuetudini quotidiane da parte dei consumatori, ha registrato +2,7%, come riporta l’analisi di Ismea relativa al settore ittico. Andamento analizzato anche da IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati) che nel suo rapporto annuale riferito al 2021 sottolinea i buoni risultati dei prodotti del mare con 113.300 tonnellate nel Retail (+2%), scelti e apprezzati dal pubblico perché considerati nutrienti, salutari, sicuri e sempre disponibili, con provenienza certificata e garanzia dell’ecocompatibilità della pesca.
Più nel dettaglio, il pesce intero naturale ha raggiunto le 35.654 tonnellate (+2,5%); mollame naturale e crostacei sono arrivati a 35.591 tonnellate (+5%) mentre il pesce panato o pastellato si è confermato il preferito dai consumatori con 42.074 tonnellate (+0,6%).
E se in Russia – come riportato nei giorni scorsi anche dai quotidiani italiani – il Governo distribuisce cinque chili di pesce surgelato alle famiglie di chi si arruola per andare al fronte, in Veneto (e non solo) è aumentata di recente la quantità di prodotti ittici surgelati utilizzati dai ristoratori per sopperire alla carenza di pesce fresco visto lo stop ai pescherecci, causato dal caro gasolio che ha reso insostenibili economicamente le uscite in mare.