giovedì 12 Settembre 2024

Formaggi a pasta dura: confronto tra Zanetti, Parmareggio, Biraghi e Auricchio. Sofferenze di ricavi nel 2020

In questo articolo sono state messe a confronto (benchmark) quattro aziende del settore nei loro parametri di Bilancio della gestione caratteristica (conto economico) dell’anno 2020, valutando con attenzione anche le dinamiche degli anni che vanno dal 2016 al 2020. Le imprese messe a confronto sono: Zanetti Spa, Parmareggio Spa, Gennaro Auricchio Spa e Biraghi Spa.

La prima è Zanetti Spa, un’azienda con sede legale a Lallio (Bergamo) e due i caseifici di produzione di Grana Padano, a Marmirolo (Mantova) e San Gervasio (Brescia). Due anche gli stabilimenti di confezionamento, a Lavis (Trento) per il Grana Padano e a Panocchia (Parma) per il Parmigiano Reggiano. I magazzini di stagionatura si trovano a Castelbelforte (completamente automatico), Corcagnano (Parma) e Reggio Emilia.

Parmareggio Spa è una società controllata al 100% da Bonterre Spa, la quale è nata dalla fusione tra Parmareggio e Grandi Salumifici Italiani (Casa Modena). Un nome che nasce dalla sintesi di Unibon, controllante di Gsi, e Granterre, consorzio che controlla Parmareggio.

La Gennaro Auricchio Spa è una storica azienda che rappresenta degnamente la tradizione del sud Italia ed è leader mondiale nella distribuzione del Provolone. Data la sua grande vocazione all’esportazione nella sua offerta sono presenti anche altri grandi formaggi della tradizione italiana, dalle mozzarelle al Taleggio, dal Gorgonzola a pecorini freschi e stagionati, dal Parmigiano Reggiano al Pecorino Romano.

La Biraghi S.p.A. è una notissima azienda piemontese, con sede a Cavallermaggiore, provincia di Cuneo. Azienda innovativa e molto dinamica che ha saputo costruire reputazione ai suoi marchi, soprattutto il GranBiraghi. E’ anche produttore di Gorgonzola D.O.P., del Burro e della Ricotta.

La crescita degli ultimi 5 anni

Delle quattro esaminate Zanetti è la più grande in termini dimensionali ed è anche quella che ha prodotto le migliori performance nel periodo che va dal 2016 al 2020, infatti il suo fatturato in soli 5 anni è cresciuto di oltre 100 milioni di euro arrivando a 529 nel 2019 per poi scendere a 500 nel 2020, anche a causa delle conseguenza della pandemia (-5,54%).

La seconda azienda in studio, sempre in termini di fatturato, è Parmareggio Spa. Anche questa, come Zanetti, ha perso fatturato nell’anno dell’avvento pandemico (-6%) ma la sua crescita nel quinquennio è stata comunque rilevante, passando da 316 milioni nel 2016 a 408 nel 2019, per poi calare a 384 milioni di euro nel 2020.

Le ultime due aziende in benchmark sono inferiori in termini dimensionali, la Gennaro Auricchio Spa e la Biraghi Spa. La prima è espressione della nostra cultura dei formaggi duri del sud Italia e la seconda e portatrice della cultura sabauda con elementi di innovazione molto forti. La prima ha vissuto un quinquennio costantemente in crescita, incluso l’annus horribilis 2020, ed il suo trend dal 2016 l 2020 è stato di incremento costante (20,9%). Biraghi Spa, come le prime due, ha vissuto un 2020 di leggero calo (-4,2%) ma la crescita del quinquennio è stata buona (16%).

La crescita dei ricavi, si è scritto più volte, è sicuramente sinonimo di dinamicità commerciale (incremento dei clienti, incremento delle referenze codificate, incremento delle attività di marketing, etc) ma non è sufficiente a definire la qualità di un’azienda. I ricavi devono produrre utili, per tale ragione in questo tipo di analisi gli specialisti del settore sono soliti verificare la qualità della crescita aziendale incrociando le vendite (ricavi) con il margine operativo lordo.

Si noti, a tal proposito, il quadrante a quattro qui sopra: nel quadrante sinistro in alto si rappresentano le aziende che hanno perso ricavi ma incrementato la marginalità. Questa casistica, pur in depressione delle vendite, non si considera in termini di preoccupazione nella valutazione di un’azienda, lo può diventare se la diminuzione del fatturato scende oltre una certa soglia. Delle quattro aziende analizzate nessuna si trova in questa situazione. Nel quadrante basso a sinistra vengono, invece, rappresentate le aziende che hanno perso sia fatturato che marginalità. E’ lo scenario peggiore dei quattro ma, per fortuna, anche qui nessuna azienda è presente. Nel quadrante in basso a destra vengono rappresentate le aziende che hanno aumentato il fatturato ma diminuito la marginalità. Questo scenario è pericolosissimo perché da un lato si può cadere in inganno dalla crescita dei ricavi ma se questi non sono seguiti di pari passo dalla marginalità si produce debolezza economico finanziaria. Nessuna delle quattro è presente. Infine, l’ultimo, quello a destra in alto indica lo scenario più roseo: la crescita dei ricavi che viene accompagnata dalla crescita dei margini. Le quattro aziende analizzate sono tutte posizionate su questo quadrante, si tratta di eccellenze che hanno compiuto nel quinquennio interessato un percorso virtuoso. Tra tutte spiccano Zanetti Spa e Parmareggio Spa, due grandi aziende che sono riuscite a crescere maggiormente e con buon profitto.

EBIT MARGIN 2020

Il benchmark in esame presenta quattro realtà imprenditoriali che anche nel 2020, nonostante le difficoltà, ha realizzato buoni margini di profitto; la media EBIT che producono è circa del 3% con la punta del 4,5% realizzata da Biraghi Spa e del 3,9% da Parmareggio Spa. Inferiori i risultati operativi di Zanetti Spa (1,5%) e di Gennaro Auricchio Spa (2,1%).

Nel pdf scaricabile in fondo all’articolo, ottenuto grazie alla piattaforma ON LINE di GDONews BENCHMARK ON LINE, si possono analizzare i driver della redditività degli azionisti, le tabelle con la precisa situazione patrimoniale delle imprese e tutti i valori indicati nei bilanci del 2020 messi tutti a confronto. Sono presenti tutti i bilanci di tutti i fornitori di riso in GDO. Dentro la piattaforma sono presenti i bilanci dal 2015 al 2020 di oltre 660 fornitori di prodotti lattiero caseari presenti in GDO e su questi è possibile realizzare qualsiasi attività di benchmark tra loro.

Analisi di efficienza delle aziende

Dopo aver verificato i conti economici, ovvero l’insieme delle operazioni aziendali che hanno contribuito a determinare il risultato economico finale di un preciso periodo (dal 2016 al 2020), verifichiamo ora una serie di indicatori che spiegano in modo palese qual è la loro efficienza economico finanziaria. Cercheremo di spiegare questi indicatori con un linguaggio molto semplice e poco professionale, rimandando al PDF scaricabile qui sotto, un approfondimento per i tecnici amministrativi.

Il primo indicatore che viene analizzato per giudicare l’efficienza sono i tempi medi di giacenza scorte: nel benchmark in esame i risultati non sono eclatanti, la media è infatti pari a 115 giorni ma, si faccia attenzione, questo indicatore deve essere considerato nella sua estensione, perché tiene conto anche della materia prima e dei semi lavorati; pertanto, tale lunghezza media potrebbe essere determinata dalla massimizzazione del beneficio di acquisti concentrati, e non certo dalla bassa rotazione delle vendite del prodotto finito.

Un altro indicatore interessante sono i tempi medi di incasso: anche qui ci troviamo in un benchmark in cui sono in tutte e quattro le casistiche aziendali i tempi sono molto buoni, con una media attorno ai 67 giorni.

Anche i tempi medi di pagamento ai fornitori sono in generale molto buoni, la media del benchmark è 73 giorni, solo Parmareggio Spa è un po’ più lunga delle altre ma, anche in questo caso, tale comportamento è sinonimo di forza negoziale dato che il suo stato patrimoniale risulta solido.

La parte interessante del benchmark dedicato all’efficienza è quello riferito alla solidità finanziaria: il rapporto mezzi propri/attivo medio è 36,9. Per far capire cosa significa questo indicatore si tenga conto che fatto 100 il fatturato dell’azienda, in media quello finanziato con i mezzi propri è pari a 36,9; si tratta di un indice non eccellente ma comunque nella media, di solito il retailer (e anche le banche) apprezza molto tutte le aziende che presentano un indice sopra a 30. Biraghi Spa è l’unica che presenta un indicatore sopra a 50, evidente sinonimo di solidità finanziaria e di cash flow.

Il rapporto debiti netti/ricavi è l’altra faccia della medaglia di quello che abbiamo appena scritto: normalmente un rapporto debiti/ricavi attorno a 30 è molto buono, tra 30 e 50 medio, e sopra 50 inizia ad essere necessario controllarlo spesso. Nel caso delle aziende analizzate la media è ottima, sinonimo di straordinaria solidità di tutte queste aziende. L’ultimo dato è quello dei debiti a breve: la media del benchmark è 38,2, anche questo un indicatore basso decisamente positivo, solo Parmareggio Spa presenta un valore sopra a 50 ma è sicuramente conseguenza di una precisa strategia, nulla di preoccupante dati i precedenti indicatori.

Concludendo: il benchmark ha preso in considerazione quattro aziende, due di grandi dimensioni, e due di media grandezza. Tutte e quattro le aziende si dimostrano solidissime in termini finanziari, e particolare nota di merito è per quelle di grandi dimensioni, capaci di mantenere tale efficienza pur in situazioni di grandi investimenti.

Dott. Andrea Meneghini
Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

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