Il mese di febbraio del 2020 sarà ricordato nella storia, perchè rappresenta il momento in cui arriva nel Vecchio Continente il coronavirus. Purtroppo come oramai la storia anche non recente racconta dall’Asia le grandi epidemie hanno colpito prima l’Italia e poi l’Europa (la Peste). Così fu. In termini di consumi lo scorso anno correva stancamente in stagnazione dall’autunno del 2019 sino a metà del mese di febbraio quando, dopo il primo caso a Codogno, le vendite della GDO sono schizzate verso l’alto. Sono trascorsi molti mesi, tutti caratterizzati da periodi diversi uno dall’altro, ma forse abbiamo dimenticato cosa è successo in quel mese. Dal 17 di febbraio sino al 29 (era anno bisestile) le vendite subirono un incremento tale che tutti gli indicatori iniziarono la loro forte ascesa. Non fu solo la Lombardia ed il nord in generale (altri casi si sviluppavano a Vò, nel padovano) a crescere giustificando quello che i tecnici chiamano “panic buying”, bensì la GDO di tutto il paese crebbe con decisione.
Pertanto prima di giudicare le vendite dello scorso febbraio 2021, è bene tenere presente a quali numeri fanno riferimento.
In pochi giorni l’area 1 incremento del 3,7% il fatturato rispetto al pari periodo 2019, nel nord est gli incrementi furono superiori (+5%), così come molto positivi furono le crescite registrate nel centro Italia (+3%) e nel sud (+3,3%).
La valutazione che segue, quella relativa alle vendite nel febbraio del 2021, non possono non tenere conto di questi dati. A livello nazionale il calo della GDO è stato del -1,9%. Questo, però, al contrario di tante altre situazioni, è ristretto ad un territorio ed un solo formato di vendita.
La scorsa settimana si è spiegato come il forte decremento del canale ipermercati fosse stato rilevante, soprattutto a rete corrente
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