
La fase 2 a circa due mesi e mezzo dal suon inizio si è divisa in due grandi momenti: le prime settimane sono state costellate dall’entusiasmo: di uscire dal proprio municipio per poter scegliere liberamente quale punto di vendita eleggere, tornare a passeggiare fuori città ed in libertà ed in generale tornare ad una nuova normalità. Le vendite della grande distribuzione, dopo le ultime settimane di aprile, erano tornate a crescere con decisione. In quelle settimane tutti i formati di vendita hanno ottenuto il favore del consumatore: dal libero servizio, grande protagonista del lockdown, agli ipermercati, formato che più di ogni altro ha sofferto l’avvento epidemico. Dalla quinta settimana in avanti, però, le vendite hanno iniziato ad affievolirsi ed andare in negativo.
Ai primi di Luglio, ultima nostra rilevazione, la situazione generale è negativa, nonostante le crescite a tre cifre dell’E-Commerce e nonostante che il discount regga all’urto della caduta dei consumi.
A farne le spese sono soprattutto i negozi ubicati nelle zone turistiche, ma in generale di calo si tratta. Nonostante ciò vi sono alcune aree assortimentali che stanno crescendo.
Questo articolo vuole portare in evidenza quali sono le aree che, al di fuori dei freschi e dei freschissimi, stanno soffrendo e quelle che invece, inaspettatamente, stanno crescendo con decisione.
Il grocery, nel comparto food, si esprime in quell’insieme di merceologie unite dalla voce DROGHERIA ALIMENTARE, portatrice di notevoli fatturati. Nel periodo del pre – covid questa grande area dei consumi stava
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