La scorsa settimana, nella prima pubblicazione dell’analisi di benchmark dei Bilanci delle quattro migliori aziende dell’area 4, si è analizzata la parte alta del conto economico, ovvero i ricavi e la loro provenienza.
Da oggi si comincerà a mettere sotto verifica la parte più delicata del business, la gestione aziendale. Inizieremo con un confronto dei rispettivi margini, per passare successivamente alle voci di costo comprese nelle spese per servizi (i trasporti, la pubblicità, la logistica, etc), e ad andare in profondità soprattutto nella principale voce di costo, il personale, mettendo a confronto i risultati relativi alle loro produttività, alla numerica degli addetti, al rendimento dei dipendenti ed il loro trend, ed infine arriveremo alla valutazione ed al confronto degli Ebitda.
Nella verifica del margine commerciale delle quattro aziende va tenuto presente che non tutte hanno il medesimo modello di business, infatti due delle quattro aziende (Fratelli Arena e Maiora) operano sul mercato come veri e propri retailers, operativi nella gestione del magazzino e della erogazione dei suoi servizi da un lato, e soprattutto operativi nella vendita al consumatore, quindi titolari di negozi dal’altro. Multicedi e Megamark invece non hanno una relazione diretta con il consumatore finale, bensì sono una sorta di franchisor a supporto di soci ed affiliati (franchisee), titolari di negozi, che si rivolgono alla vendita al consumatore. I due modelli di business sono estremamente differenti e queste diversità appariranno evidenti nelle marginalità (margine commerciale) e nei costi del personale. Dopo un iniziale allontanamento, quando si tornerà all’ebitdar prima ed all’ebitda poi, i due modelli di business si ricongiungono ed il benchmark ritornerà uniforme.
Il Margine commerciale
Le aziende attive nel mass market retail hanno due principali voci di ricavi: quelle derivanti dalle vendite all’ingrosso (nei casi di Multicedi e Megamark in maniera esclusiva) ed anche al dettaglio (Maiora e Fratelli Arena), e quelle derivanti dai contributi promozionali dei fornitori. Ce ne sono anche altre (affitti, prestazioni varie) però si può dire che le due sopra descritte sono in assoluto le principali.
Prima constatazione, tra il margine commerciale puro ed il margine commerciale allargato non esiste grande differenza, e questo lascia adito ad una considerazione importante: i contributi dei fornitori non sono più una fonte di ricavo marginale, al contrario sono diventati una parte rilevante del core business. In passato, ed ancora oggi in diverse catene del mass market retail, la voce relativa ai contributi fuori fattura dei fornitori (di qualsiasi origine) erano sempre inseriti alla voce altri ricavi, oggi è invece sempre più frequente che questa importante voce di ricavo venga inserita nel fatturato aziendale (in questo benchmark in tutte e quattro le imprese), elevando di fatto la centralità di questi ricavi ad elemento essenziale del business. Ovviamente la serietà professionale e l’onestà intellettuale impone che nei Bilanci venga poi descritta, nelle note integrative, la distinzione tra i ricavi, perché quelli derivanti dalle vendite (ingrosso e dettaglio) devono caratterizzare il business e quindi devono essere debitamente valutati dal mercato.
Il margine commerciale è quindi determinato dalla somma del fatturato delle vendite ed il fatturato determinato dalle negoziazioni con i fornitori (ed anche in piccola parte da altre attività diversificate) meno il costo delle merci.
Nel caso di Maiora e Fratelli Arena il margine allargato oscilla tra il 22,19% ed il 23,37%, mentre nel caso di Megamark e Multicedi il margine oscilla tra il 8,93% ed il 9,82%.
L’ARTICOLO COMPLETO, I RELATIVI GRAFICI, IMMAGINI ED ALTRI CONTENUTI SONO RISERVATI AGLI ABBONATI. VERIFICA QUALE ABBONAMENTO E’ IL MIGLIORE PER LE TUE ESIGENZE
SEI GIA’ ABBONATO? ACCEDI QUI
.