Le vicende di Pasta Zara stanno facendo preoccupare moltissimo gli ambienti del Veneto (lavoratori e sindacati in primis) ma le ansie non terminano a livello regionale. Se è vero, infatti, che la pasta a marchio Zara è poco presente negli scaffali della GDO italiana, è altrettanto vero che nel mondo il marchio pasta Zara è più presente che in Italia; non solo, la pasta prodotta dal grande pastificio trevigiano è in verità molto acquistata dal consumatore nazionale ma con il marchio dei distributori: Pasta Zara è, infatti, forse il più importante partner degli uffici di Private Label della GDO italiana.
Da qui una considerazione: è cosa certa che la preoccupazione che il prodotto smetta di arrivare agli scaffali in questo momento attraversa i pensieri degli uffici acquisti. Una delle massime preoccupazioni di chi svolge in mestiere di responsabile di private label è, infatti, la costante presenza del prodotto a qualità costante. Incidenti come questo, in una categoria così importante come la pasta di semola, sono una vera tragedia.
Pasta Zara, dal canto suo, se riuscisse a mantenere il presidio sui clienti, potrebbe davvero trovare finanziatori in grado di supportarla, soprattutto dall’estero.
Che un produttore di pasta made in Italy, così conosciuto nel mondo e così presente in Madre Patria con marchi terzi, abbia bisogno di un finanziatore è quasi un sogno “in certi paesi”, come ad esempio in estremo oriente, ma non solo.
Resta da chiarire solo una cosa: perché gli uffici acquisti della GDO non riescono a prevedere questi eventi? Com’è possibile che le attenzioni di chi sceglie un produttore non arrivino alle vicende finanziarie degli attori della GDO?
Purtroppo, soprattutto nella DO, non c’è quella competenza in grado di dare il giusto rilievo alle dinamiche finanziarie dei fornitori, che passano in secondo piano rispetto agli sconti ed ai contributi promozionali.