Terzo calo consecutivo (-2,67%) per le vendite della distribuzione moderna. Il progresso dall’inizio dell’anno si è ridotto a un magro +0,32%. A penalizzare il settore potrebbe esserci anche un effetto stagionalità (la Pasqua 2016 cadeva il 27 marzo)
Marco Frojo
La Gdo non trova la forza per risollevarsi La spinta che aveva favorito il fatturato della Gdo nel primo mese e mezzo dell’anno sembra essersi esaurita. Nel periodo dal 6 al 12 marzo si è registrato il terzo passo falso consecutivo e questa volta il ribasso è stato molto più consistente dei precedenti (-2,67%). Questa discesa ha quasi del tutto annullato il progresso dall’inizio dell’anno che adesso è un modesto +0,32%.
Alla base di questa performance ci sono diverse ragioni, a partire dal fatto che i prezzi dell’ortofrutta non danno più il contributo che davano un mese fa; inoltre ci stiamo avvicinando alla data della Pasqua 2016 (27 marzo) senza che la Gdo possa ancora beneficiare delle attività promozionali che vengono pianificate nelle settimane precedenti la festività (e il fatto che sia stato soprattutto il largo consumo confezionato a perdere terreno potrebbe essere una conferma di questa lettura).
I sette giorni in esame sono stati pesanti per tutte e quattro le macro-aree; si va dal -2,08% del Nord-est al -3,11% del Sud, passando per il -2,60% del Centro e il -2,88% del Nord-ovest. Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia devono già fare i conti con un calo delle vendite (-0,11%) dal 1 gennaio, mentre Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Sardegna sono le regioni che stanno reagendo meglio alla crisi (+0,78%). Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, infine, lasciano per strada lo 0,40% e Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia lo 0,56%.