Secondo l’Eurispes, oggi l’8% degli italiani sono vegetariani o vegani, in aumento rispetto agli anni passati. A loro si aggiungono quanti stanno riducendo il consumo di prodotti di origine animale per motivi salutistici. Il mercato si muove di conseguenza, con un crescente numero di aziende decise a intercettare questo segmento di clientela dalle grandi potenzialità. Proprio sulla spinta di queste dinamiche è nata la certificazione per prodotti vegani di DNV GL. Lo scopo, spiega Francesco Di Sarno, Food&Beverage manager per il sud Europea dell’ente di certificazione attivo a livello mondiale, è “dare la possibilità alle imprese dell’agroalimentare italiano di offrire ai consumatori cibi e bevande vegane facilmente identificabili e assolutamente garantite”.
L’etichetta, lanciata alla fine dell’anno scorso, si rifà a regolamenti europei e norme UNI e ISO, oltre che alle disposizioni della European Vegetarian Union. “Il processo di certificazione prevede prima il controllo della documentazione dell’impresa, poi dei suoi processi produttivi. Ogni anno è prevista una prova di sorveglianza per mantenere il marchio, in cui si va anche ad analizzare lo storico dei 12 mesi precedenti”. Alla fine dell’iter, l’etichetta che l’azienda ottiene attesta che “l’alimento non contiene materie prime, ingredienti e coadiuvanti di origine animale e che non è stato esposto a rischi di contaminazione, ossia di passaggio diretto o indiretto di ingredienti indesiderati”.
I primi prodotti ad ottenere il marchio DNV GL con la scritta “prodotto vegano certificato” sono stati i tre vini biologici “Caeles” della cantina siciliana Firriato, il Catarratto Doc, il Nero D’Avola Igt e il Syrah Igt. “Nel caso del vino, le criticità per i consumatori vegani possono venire dall’uso di coadiuvanti durante il processo produttivo o di colle per il packaging di origine animale. Proprio per questo le aziende del settore vinicolo sono molto interessate alla nostra certificazione”, aggiunge Di Sarno. “Poter offrire un vino vegano certificato ci consente di dare una risposta seria, non improvvisata, ai bisogni di chi segue questo regime alimentare”, aggiunge Federico Lombardo di Monte Iato della cantina Firriato, nata all’inizio degli anni ‘80. Interesse per il marchio di DNV GL è arrivato anche dal settore dolciario, dove proprio per intercettare i consumatori veg sempre più spesso si sostituiscono i prodotti di origine animale con altri vegetali. In questo ambito, ha già ottenuto la certificazione il cornetto “Morgano”, sia semplice che all’albicocca, dell’impresa dolciaria salernitana San Giorgio, attiva da trent’anni in Italia e all’estero. Questi casi, dice Di Sarno, “dimostrano che facendo scouting sul mercato è possibile trovare prodotti di origine vegetale per sostituire gli ingredienti animali mantenendo inalterata la qualità”.
A spingere gli imprenditori a chiedere l’etichetta – diversi sono i processi di certificazione in corso – è spesso l’attenzione dei mercati esteri per questa nuova fetta di consumatori in crescita costante. “Ma anche in Italia in ambito B2B la risposta verso i prodotti vegani sta aumentando in maniera significativa. E questa etichetta è nata proprio in Italia: siamo un Paese da sempre molto sensibile alla certificazione volontaria, forse perché sul cibo siamo molto esigenti”.