I disagi ci saranno ma è chiaro «che la grande distribuzione farà di tutto per non chiudere gli ipermercati sabato prossimo: metteranno alle casse anche i quadri e useranno i somministrati». La previsione è di Giannantonio Pezzetta, segretario regionale della Uil-Tucs. Il sindacato che insieme alla Cgil e alla Cisl del settore ha proclamato uno sciopero per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro congelato da oltre 20 mesi e che coinvolge grandi e piccole strutture aderenti a Federdistribuzione, alla distribuzione cooperativa e a Confesercenti. È una protesta nazionale con una manifestazione che si svolgerà a Milano. «Da Torino e dal Piemonte arriveranno almeno 200 persone», annuncia Isabella Liguori (Filcams Cgil). Il suo collega della Fiscat Cisl (Irmo Caretti) sottolinea, però, che l’astensione dal lavoro non riguarda le aziende di che fanno parte di Confcommercio.
Tutto ok dove c’è il contratto
«I nostri aderenti – spiega Maria Luisa Coppa, presidente Ascom – sono regolarmente aperti perché abbiamo rinnovato un contratto che è il più rappresentativo nel settore ed ha una vasta platea di addetti cui si applica: sono circa 3 milioni i lavoratori che entrano nella sfera di applicazione, appartenenti alle imprese di servizi, ovvero di commercio al dettaglio, ivi compresi i principali brand del retail, i negozi di vicinato o di media distribuzione, ovvero della moderna distribuzione organizzata». Dunque si lavora tempo pieno nei negozi delle catene Crai-Codè, alle centrali Conad, alle strutture distributive de Il Gigante, ai negozi di elettronica di consumo del gruppo Media-world.
Ecco dove c’è la mobilitazione
L’astensione dal lavoro, invece, coinvolge altre catene, le stesse interessate dal primo sciopero, quello del 7 di novembre. Allora i sindacati parlarono di una protesta «riuscita» annunciando anche le percentuali di astensione dal lavoro: Novacoop (super e Iper) 60%; Carrefour 75%, arrivata all’80% all’Iper delle Gru mentre al Carrefour Market aveva scioperato il 70 %. E ancora: Auchan (50% di astensione); Zara (25%), Decathlon (25%), Metro (70%), Ikea (50%) Pam (50%), Panorama (60%), Rinascente (60%), Penny (30%). I sindacati si attendono un’analoga mobilitazione e contano sulla solidarietà degli utenti a cui sarà distribuito un volantino per spiegare le ragioni della protesta: «Le imprese chiedono di ridurre salario e diritti: da due anni sono aperte le trattative per il rinnovo del contratto nazionale e l’unica strategia che le imprese continuano a portare avanti è quella di risparmiare su chi lavora».
[Via La Stampa]