Veronafiere non poteva non porsi un grosso obiettivo: mantenere ancorato saldamente il Vinitaly a Verona. Lo fa con 8 milioni di investimento, importanti cambiamenti (sia all’evento in sé sia alla logistica: viabilità, ingressi, collegamenti) nonché incentivi al rafforzamento della notorietà e del riconoscimento internazionale, con l’ambizioso tentativo di portare 800 buyer in più rispetto a quelli tradizionalmente presenti.
Come spiega il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese «sarà un nuovo inizio, con la ferma intenzione di narrare anche i prossimi cinquant’anni della storia del vino italiano – e aggiunge – Per il 50° Vinitaly abbiamo pianificato investimenti per 8 milioni di euro a supporto del wine business, dell’incoming di operatori esteri, del miglioramento delle infrastrutture di servizio per i nostri clienti e per rendere ancora più netta la distinzione fra operatori professionali all’interno della rassegna nel quartiere fieristico ed i wine lover che avranno il proprio riferimento in un evento dedicato nel centro della città. Tutte le attività finalizzate a potenziare il business fieristico sono la priorità del nuovo consiglio di amministrazione».
Al wine2wine del 2 Dicembre sono intervenuti, oltre Danese, anche Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere, Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini, e Sandro Boscaini, presidente di Federvini.
Si è parlato del futuro del comparto (che vale per l’Italia oltre 14 miliardi di euro) sempre più orientato all’internalizzazione con un livello record quest’anno di esportazioni stimate in 5,5 miliardi di euro.
Importanti gli investimenti erogati nell’ultimo anno a sostegno per il settore vitivinicolo (per la campagna 2014/2015) si tratta di oltre 336 milioni di euro, vale a dire il 99% dei fondi assegnati.
In questi e nel Piano di promozione straordinaria per l’internazionalizzazione del Made in Italy sostenuta dal governo, che rappresenta un efficace contributo accanto alle risorse comunitarie dell’OCM (Organizzazione comune di mercato) è stato inserito anche il Vinitaly.
Vinitaly in senso ampio, non più solo la fiera, ma l’aggregazione di Vinitaly International, OperaWine, Vinitaly Wine Club, VIA (Vinitaly International Academy), wine2wine, Sol&Agrifood, Enolitech e il nuovo Vinitaly & the City, che nel 2016 rappresenterà l’ombrello sotto il quale saranno collegate tutte le iniziative «fuori fiera», durante i giorni di manifestazione.
Dal Piano Straordinario ci si attende che vi sia un’ulteriore spinta per l’export del vino italiano nel mondo, un numero maggiore di delegazioni commerciali e buyer dall’estero.
Nell’ultima edizione di Vinitaly, ha ricordato Mantovani, «la presenza estera è stata di oltre 55mila operatori da 141 Nazioni, pari al 37% del totale dei visitatori. L’incoming sarà rafforzato, con azioni specifiche su Paesi target quali Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Polonia, Usa e Canada, Russia, Giappone e Cina e, per i vini naturali e biologici, con un sostegno a specifici operatori su mercati come Nord Europa, Paesi Scandinavi, Germania e Benelux. L’obiettivo è quello di portare 800 buyer mirati e selezionati, in più rispetto a quelli che tradizionalmente visitano Vinitaly».
Fra le novità annunciate per Vinitaly 2016, anche il cambio del Concorso Enologico Internazionale, dopo 22 edizioni, da competizione a premio destinato solo ai vini che raggiungeranno e supereranno i 90 centesimi nel giudizio espresso da commissioni composte da esperti internazionali specializzati per area geografica di provenienza dei vini. Il Premio Enologico Internazionale si chiamerà «5 Star Wines», spiega Ian D’Agata, Direttore Scientifico di VIA «E’ un premio disegnato come reale strumento di business e leva di marketing per le aziende che vi prendono parte, con una giuria internazionale composta di esperti di specifiche aree produttive, che valuteranno solo i vini provenienti da quelle zone e secondo le modalità riconosciute dal mercato».