
Da quando è scoccata la mezzanotte di ieri, 11 novembre, milioni di acquirenti cinesi hanno cominciato a cliccare, dando il via a un vortice di eccessi consumistici. Con i loro smartphone, computer e tablet approfittano di sconti e di altri incentivi offerti dai principali venditori online della Cina, che hanno laboriosamente preparato il terreno con campagne pubblicitarie e un’assidua preparazione logistica.
Cos’è l’11 Novembre? E’ un “Black Friday” degli USA ma molto più ricco.
L’11 novembre è il “giorno dei single” in Cina, una festa che ormai genera enormi movimenti di prodotti. Fin dagli anni novanta è stato celebrato in maniera informale e divertita dai cinesi non sposati per festeggiare, o forse lamentare, il loro stato civile. La data è stata scelta a causa dei quattro numeri 1 che contiene (11/11).
All’inizio scambiarsi doni era parte del divertimento, ma era più un’occasione di socializzazione o di mangiare del cibo simbolico, come lunghi bastoncini di pasta fritta che ricordano il numero uno. È chiamato anche il “giorno del ramo solitario”, riprendendo l’espressione gergale cinese, tristemente evocativa, per indicare un single. Oggi è comunemente chiamata “doppio undici”.
È al gruppo Alibaba, il più grande venditore al dettaglio cinese, e il principale beneficiario del fenomeno, che si deve il merito di aver trasformato la festa dei single in un tripudio d’acquisti. Nel 2009, uno dei suoi dirigenti stava sfogliando il calendario alla ricerca di una data autunnale che potesse servire a creare un giorno degli acquisti cinese capace di competere con il black friday (venerdì nero) statunitense, il giorno dopo la festa del ringraziamento che segna l’inizio della stagione degli acquisti natalizia.
Da divertimento a frenesia consumistica
L’obiettivo era usare degli sconti e altre promozioni per avvicinare la classe di consumatori cinesi, già avida, al commercio al dettaglio online. La promozione si è rivelata subito un successo e da allora è cresciuta: solo nel 2014 gli acquirenti hanno speso più di 57 miliardi di yuan (9,3 miliardi di dollari) su Alibaba, una cifra nettamente più alta degli 1,5 miliardi di dollari spesi dagli americani in rete durante il black friday dello scorso anno. Nel 2015, secondo quanto riportato da alcuni giornali internazionali le vendite sono state per Alibaba uguali a quelle del 2014, ovvero 57,1 miliardi di yuan (8,6 miliardi di euro), ma la movimentazione dei colli, secondo Liu Jun, vicedirettore dell’Amministrazione Statale delle Poste cinese è cresciuta nel 2015 del 30%.
Com’è possibile?
La ragione è molto semplice, Alibaba detiene la maggior quota di mercato del mondo E-Commerce cinese (circa il 60% di quota) ma nell’ultimo anno, grazie alle impressionanti politiche di espansione della domanda interna, e quindi di sollecito all’import, si sono moltiplicate le zone franche (ad Aprile 2015 è stata aperta anche la zona franca di Tianjin, una città da 15 milioni di persone in fascia 1) ed anche gli attori del mercato E-Commerce, che i cinesi chiamano trasfrontaliero (da opporre a quello nazionale).
I negozi sostituiti dall’E-Commerce
Il mercato E-Commerce, come più volte scritto, è un protagonista importantissimo nella cultura del consumatore cinese, in maniera diametralmente opposta rispetto al nostro Paese, infatti Nielsen ha già spiegato che la quota di mercato nazionale dell’E-commerce si aggira al 20% ma nelle città di 1,2 e terza fascia raggiunge anche il 50%. Questa la ragione dei -15% del normale mercato retail fisico. La medesima Nielsen ha recentemente previsto che per l’11 novembre la spesa media aumenterà del 22 per cento, raggiungendo i 1.760 yuan per singolo acquirente. Cainiao logistics, l’azienda di servizi di consegna affiliata ad Alibaba, ha consegnato 278 milioni di ordini nel giorno dei single del 2014 (la cifra abituale si aggira intorno ai 30 milioni). Quest’anno Cainiao dovrebbe impiegare 1,7 milioni di persone impegnate nelle consegne, 400mila veicoli e duecento aeroplani al fine di gestire l’atteso boom.
Massimo Wang, CEO di Itaoly, azienda italiana, di proprietà di grossi imprenditori cinesi, ha spiegato a GDONews che “questo giorno è una istituzione in Cina. Noi abbiamo ricevuto ordini per qualche centinaio di migliaia di euro nei settori food e cura persona, ma siamo solo all’inizio. Pensate che lo scorso anno il Retailer americano Costco ha venduto nel solo giorno dell’11 Novembre 140 mila pezzi di confezioni di noci (nuts). Oggi si apre una nuova era per la produzione italiana verso il nostro Paese ed il nostro Presidente ha più volte chiesto a noi emigrati di creare una via della seta al contrario. Lo stiamo facendo.”
Ma non tutti i numeri annunciano buone notizie per Alibaba. Secondo Nielsen l’87 per cento degli acquirenti concentrerà le compere nel giorno dei single per approfittare degli sconti. Come a dire, anche la Cina si frega con le proprie mani come la GDO italiana.
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