
Alla vigilia delle aste, i liquidatori di CoopCa lanciano un messaggio di fiducia a dipendenti e soci prestatori.
Carte alla mano, quelle su cui hanno sudato, Paolo Rizza, Giovanni Sgura e Roberto Pittoni, sono convinti che nonostante le condizioni difficili, il piano concordatario abbia buone chance di decollare e di portare a casa risultati migliori di quanto sperato.
Il fatto che sul tavolo degli uffici di Amaro in questi mesi siano arrivate 23 manifestazioni di interesse per i supermercati coop viene letto come un segnale positivo in vista delle cessioni. Ma la svolta è delle ultime ore: Despar, infatti, avrebbe confermato la disponibilità a potenziare la sua discesa in campo in Fvg.
Dopo l’operazione di Coop Operaie, su cui Aspiag Service ha concentrato gli investimenti in un pacchetto da otto punti vendita, Rizza riferisce di nuove trattative che si sono svolte negli ultimi giorni e che avrebbero portato l’ad Paul Klotz a valutare concretamente un ampliamento dell’impegno a favore di CoopCa.
Oltre ai negozi già opzionati, Marcon e Tolmezzo, per cui Despar ha già formalizzato proposte irrevocabili di acquisto, il gruppo potrebbe acquisirne altri cinque. In gioco poi c’è anche la possibilità di affiliare all’abete verde ulteriori supermercati che decidessero di tentare l’avventura dell’autoimprenditorialità.
Una boccata d’ossigeno per il piano di concordato, che ora passerà nelle mani del liquidatore giudiziario, Paola Cella, a cui spetterà gestire le fasi di cessione degli asset vitali della cooperativa con l’obiettivo del miglior realizzo.
Per questo i liquidatori si dicono «fiduciosi», ringraziano il colosso Coop Nordest e il suo presidente Cattabiani, la prima ancora di salvezza di CoopCa, e Despar «per l’ulteriore disponibilità. Senza dimenticare la Regione per il sostegno politico. Abbiamo lavorato incessantemente per mesi nell’interesse del concordato, dei dipendenti e dei soci prestatori. Ci siamo sentiti dire che non eravamo all’altezza – precisa Rizza -, ma abbiamo fatto i salti mortali. Oggi possiamo dire di avere fatto tutto il possibile».
A partire dal lavoro sottotraccia per mettere al riparo i negozi meno performanti e meno redditizi da possibili chiusure anticipate – ovvero prima della dead line del 31 dicembre – che avrebbero lacerato ulteriormente il tessuto economico e sociale della montagna.
Sfiorate, ma disinnescate, «grazie al contenimento dei costi» sul filo di un equilibrio contabile in bilico tra perdite milionarie, un calo di fatturato verticale negli ultimi mesi – sotto i colpi di sfiducia dei consumatori – e la necessità di mantenere gli scaffali assortiti per frenare la spirale negativa.
A conti fatti, esclusa l’ulteriore possibile zampata di Despar, ancora da definire, sono 18 i negozi già opzionati dai gruppi della grande distribuzione e quindi sicuri di continuare l’attività: si tratta di Tolmezzo, Tolmezzo Mercato, Tarvisio, Codroipo, Rivignano, che ha più di un’offerta, Tarcento, Majano, Fagagna, Precenicco, Brugnera, Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Marcon, su cui si sovrappongono più interessi, Limena, Mestre, Villorba e Cittadella.
Alle offerte sui supermercati, si aggiungono poi quelle sugli immobili per «cifre rilevanti», intorno agli otto milioni di euro. Resta, dice Rizza, «l’amarezza per il mancato contributo di Confcooperative», e per lo «scarso attivismo di sindacati, sindaci e cittadini, che non si sono mossi se non all’ultimo momento. Non ho visto la stessa sollevazione per salvare la CoopCa che ci fu per la cartiera di Tolmezzo».
I bandi di vendita in singoli lotti sono pronti e dovranno ricevere offerte entro il 20 novembre. Tutti i negozi, anche quelli opzionati, andranno all’’sta.
Così come quelli oggetto di interessi sovrapposti. Le cessioni andranno completate entro il 20 dicembre, mentre per i punti vendita che rimarranno orfani di acquirenti, scatterà la chiusura e la conseguente perdita di posti di lavoro.
A oggi oltre venti su quaranta, sparsi tra Fvg e Veneto, non hanno incassato offerte irrevocabili d’acquisto. L’impatto occupazionale della vertenza minaccia centinaia di dipendenti.
[Via Messaggero Veneto]
Tranquilli, che, per paura dell’arrivo dei tedeschi meridionali, andranno tutti a ruba.