Una ventata di positività da IRI: “Le vendite del Largo Consumo tornano in positivo seguendo la ripresa del ciclo economico del Paese. Nel 2016 si recupererà il calo del 2013-14.” Quanto dichiarato ieri 2 novembre, a Milano, dall’ente di analisi dei dati.
I mercati stanno reagendo positivamente, anche se la ripresa economica è ancora fragile e tutt’altro che consolidata, e la prima inversione di tendenza riguarda soprattutto i beni di prima necessità.
IRI osserva una crescente predisposizione agli acquisti, che si confermerà proseguendo l’inversione del ciclo negativo.
Le previsioni di IRI indicano una chiusura del 2015 con un andamento dei volumi pari al +1,7% (Vendite a valore a prezzi costanti) per il 2015 ed un ulteriore +1,1% per il 2016. Per quanto concerne l’andamento della spesa monetaria IRI prevede una chiusura d’anno con un andamento delle vendite a valore pari al +2,5%. Nel 2016 resterà un andamento positivo ma leggermente più ridotto: +1,9% (non dimentichiamo che il 2015 ha beneficiato di una stagione estiva eccezionalmente favorevole per i prodotti stagionali, ad esempio gelati, bevande, ecc.).
La crescita ancora timida, risente di alcuni fattori importanti di cui tener presente:
primo fra tutti la necessità di alcuni beni durevoli, il cui consumo è stato procrastinato a lungo causa la profonda crisi.
Secondo, il consumo cambia in parte le sue modalità: la crescente multicanalità si andrà ulteriormente a consolidare attraendo ancora parte degli acquisti e soprattutto spostando parte del fatturato su canali diversi (specializzati, on line etc.).
Infine, i forti cambiamenti nei comportamenti di consumo sviluppati dalle famiglie italiane nel corso della crisi permangono determinando un approccio più consapevole e attento agli sprechi.
La caduta del ciclo economico è stata un’importante causa del calo delle vendite del Largo Consumo durante gli scorsi anni – sottolinea IRI- tuttavia sono soprattutto le concomitanti inefficienze degli operatori dell’Industria della distribuzione (produttori e distributori durante il biennio 2013-14) ad avere compresso il trend degli acquisti. E’ evidente che questi due fattori sono correlati fra loro: infatti, le inefficienze di filiera sono in buona parte la conseguenza dell’adozione estesa di tattiche di brevissimo periodo – principalmente attività promozionali- volte a sostenere i volumi in un contesto di oggettiva difficoltà della domanda sui mercati di consumo.
Abbiamo già notato, però da qualche tempo, una tendenza alla revisione della politica promozionale, delle leve di marketing e delle strategie per attrarre i consumatori, un’inversione di approccio da parte sia Industriale che Distributiva.
L’aumento dei prezzi nel 2012 e 2013 (aumento dei costi delle materie prime e inasprimento della fiscalità indiretta) ha contribuito a frenare gli acquisti. Questo elemento ha ridotto la sua rilevanza nel 2014 in concomitanza con la “disinflazione” del comparto. Tuttavia i prezzi hanno ripreso ad evolversi moderatamente in positivo nel 2015 (tendenza prevista continuare anche nel 2016) rallentando in parte il rilancio dei volumi. Il fatto però è racchiuso all’interno di margini fisiologici, complessivamente coerenti con l’inflazione attesa per il sistema economico generale. Il prezzo medio del carrello della spesa crescerà in linea con l’inflazione generale del Paese (+0,8% nel 2016). Conclude IRI.