Logistica e grande distribuzione al posto dell’acciaio. L’uscita dalla lunga crisi industriale spinge Brescia verso una metamorfosi che indebolisce l’antica vocazione produttiva ma apre nuovi cantieri destinati a cambiare e forse a rafforzare il tessuto economico. Esselunga vuole insediarsi sui terreni dello stabilimento siderurgico Stefana di Ospitaletto per creare un polo logistico che possa servire tutto il Nord Italia.
Una decisione ufficiale arriverà il 22 settembre quando l’assemblea dei creditori della Stefana, in concordato preventivo, si pronuncerà sull’offerta di oltre 50 milioni di euro presentata dal gruppo di Bernardo Caprotti con la famiglia Ghidini, già proprietaria del centro siderurgico.
L’operazione, all’esame del commissario giudiziale Valerio Galeri, è giudicata con favore dai sindacati perché potrebbe garantire un futuro a larga parte dei 600 dipendenti (erano 800 all’inizio della crisi) della Stefana. Esselunga, infatti, si sarebbe impegnata a riassorbire i 250 operai di Ospitaletto, mentre Ghidini manterrebbe in attività la Profilati Nave e l’acciaieria di Montirone.
Lo stabilimento di Ospitaletto chiude anche se è efficiente e competitivo. Nonostante gli investimenti realizzati in anni recenti è destinato a sparire sotto il peso dei debiti dell’ex proprietario e della crisi dell’acciaio. L’area su cui sorge la fabbrica interessa quasi un milione di metri quadrati, c’è spazio per un grande e moderno polo logistico sfruttando la vicinanza con le autostrade A4 e Brebemi e con i collegamenti ferroviari. Investimenti ingenti potrebbero essere necessari per smontare i macchinari e bonificare i terreni.