
Le farmacie “hanno paura di perdere il mercato della Fascia C e così si accaniscono, presentando scenari catastrofici nell’eventualità che i farmaci con ricetta a carico del consumatore siano concessi anche alle parafarmacie. Invece, è il momento di fare una volta per tutte chiarezza”. Lo sottolinea il presidente della Federazione nazionale delle parafarmacie italiane, Davide Gullotta, riferendosi al pacchetto di liberalizzazioni – anche sul fronte dei farmaci – annunciato dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e che ha immediatamente ricevuto la levata di scudi di tanti protagonisti del settore.
“È innanzitutto palesemente falso – continua Gullotta – affermare che se le parafarmacie venderanno anche i farmaci di Fascia C ci sarà un abuso di medicinali: la fascia C viaggia infatti indissolubilmente con la prescrizione medica e sempre dietro ricetta continuerà ad essere dispensata. È falso ugualmente paventare il pericolo per la salute pubblica perché nelle parafarmacie – ricorda – vigono gli stessi requisiti di sicurezza e controllo previsti nelle farmacie, oltre al fatto che nelle parafarmacie lavorano farmacisti (abilitati e inscritti all’ordine professionale), molti dei quali in passato erano a loro volta dipendenti, direttori e in alcuni casi anche proprietari di farmacia.
Più nel dettaglio, per le parafarmacie, “dati alla mano, è altresì falso affermare che il sistema farmacia fallisce se si liberalizza anche la Fascia C: dopo 8 anni dalla prima liberalizzazione le 17 mila farmacie italiane continuano a veicolare il 93% (dati Ims Health) dei farmaci oggi venduti anche nelle parafarmacie. La fascia C rappresenta il 16,7% del fatturato delle farmacie: se anche questa percentuale sì liberalizzasse così come è accaduto con i medicinali Sop (senza obbligo prescrizione) e Otc (da banco) le farmacie avrebbero una diminuzione di fatturato ridicola. Il grosso del fatturato per le farmacie è infatti il farmaco di Fascia A, che vale il 69,6% del mercato». Guardando all’Europa, infine, “in Germania la professione è interamente liberalizzata e i dipendenti farmacisti sono addirittura pagati come dirigenti sanitari (circa 3mila euro al mese): ciò nonostante nessuna lobby in Germania ha mai gridato al fallimento”.
Ancora si discute?
Misura di civiltà.
Liberalizzazione totale.
In tutti campi.
Arrivo subito al dunque.
Mia moglie e’ stata dipendente farmacista in farmacia per 12 anni e successivamente, febbraio 2008, e’ diventata Titolare di ParaFarmacia.
Da allora sono trascorsi 7 anni ed in questi 7 anni ha assunto (già da 4 anni) una dotteressa e a breve, appena verificati i decreti attuativi del Job act, effettuerà un’ulteriore assunzione di altra dottoressa.
Si trattta di 2 assunzioni che il mercato delle farmacie non avrebbe soddisfatto.
Non entro in polemica, al momento, con tutto cio’ che il sistema feudale vuol mantenere ma scrivo 2 considerazioni:
la prima si riferisce alla pari dignità che ogni Farmacista che esce dall’Università deve avere, figlio o non figlio di Titolare di Farmacia e questo lo capisce anche mio figlio che ha 6 anni e poi che c’e’ l’esigenza di superare gli Ordini Professionali così come concepiti nel ventennio fascista per andare incontro ad un mondo (Unione europea compresa) che spinge verso la liberalizzazione delle professioni e del mercato connesso;
la seconda di aspetto economico, che e’ quella che piu’ sta a cuore ai Farmacisti Titolari di Farmacia e di ParaFarmacia; dove mia moglia ha la ParaFarmacia ci sono 4 farmacie, un’altra ParaFarmacia ed un corner in un piccolo centro commerciale. Il fatturato della fascia c e’ pari al 16.7% del fatturato globale di una farmacia. Il fatturato medio di ogni farmacia e’ di 1.500.000 per cui per la fascia c sono 250.000 euro che moltiplicato per 4 farmacie risulta 1.000.000 euro . Se ridivido l’importo per 6,5 (4 farmacie+2parafarmacie+0,5corner) il fatturato fascia c per singolo esercizio si andrebbe ad attestarsi a 154.000 euro, sempre che il cliente finale si sposti dalla farmacia alla parafarmcia/corner. Cio’ significa che il fatturato di una farmacia potrebbe ridursi e dico potrebbe del 6,5%, ossia passare dal 94/95% globale del mercato attuale all’89/ 90%.
Questi sono numeri incontrovertibili, per cui non si riesce a capire come le farmacie continuino a denunciare che se passa la liberalizzazione della fascia c molte farmacie falliranno o dovranno licenziare. Le farmacie di Este, dalla prima lenzuolata del PD, non hanno licenziato alcuno, anzi hanno investito ristrutturando i locali e rendendoli piu’ accoglienti.
Bisogna terminare con il medioevo, con i vassalli valvassori e valvassini ed i servi della gleba. Si deve dare equità, dignità e lavoro per dare un futuro a mio figlio.