Nasce Portobello, l’emporio sociale di Modena per chi si trova in difficoltà economiche a causa della crisi. Il progetto nasce due anni fa e si concretizza nel 2013 grazie a diverse associazioni del terzo settore, riunite sotto l’egida del centro Servizi per il Volontariato, che riescono ad ottenere la collaborazione del Comune, di alcuni soggetti privati e ovviamente della Fondazione.
Il Comune di Modena decide di concedere i locali e alcuni privati (tra cui Nordiconad, Coop Estense, Ccm) a donare arredi, macchinari e ovviamente beni di consumo per i clienti. Prende così vita il mini-market, completamente allestito da volontari, in particolar modo della Protezione Civile.
A prima vista si tratta di un vero e proprio supermercato. Ma non tutti possono fare acquisti: solo chi è in difficoltà economica per mobilità, cassa integrazione, contratti di solidarietà, licenziamento per chiusura azienda e riduzione personale, lavoratori autonomi che hanno cessato attività, con un calo di almeno il 30% del reddito. Chi fa parte di queste categorie può recarsi ai Servizi Sociali del comune di Modena per calcolare l’Isee attuale. Approvata la richiesta, i Servizi Sociali comunicano a Portobello il nominativo del nuovo utente che potrà fare la spesa in modo gratuito attraverso il proprio codice fiscale con i ‘punti’ assegnati: le famiglie mensilmente ne hanno a disposizione un numero predefinito, per sei mesi rinnovabili ad altri sei. Poi lasceranno il posto ad altri. Alla famiglia beneficiaria sarà proposto un percorso di volontariato presso l’emporio stesso o presso altre organizzazioni di volontariato, in un processo di responsabilizzazione verso la comunità da cui riceve aiuto. Attorno al market saranno organizzati un punto di ascolto per l’accoglienza e l’accompagnamento delle nuove famiglie, e attività di socializzazione e di orientamento ai servizi del territorio e alle attività svolte dalle associazioni.
“L’idea di fornire aiuto a chi non è in condizioni disperate – afferma Angelo Morselli, presidente dell’associazione servizi per il volontariato – ma fatica a superare la seconda settimana del mese, ci rende unici nel genere. Questo è un modo innovativo di affrontare le nuove povertà: mettendo insieme enti locali, associazioni di categoria, fondazioni bancarie e terzo settore per trovare le risorse”. Il finanziamento arriva in parte dai Fondi speciali per il volontariato dove confluisce 1/15 degli utili delle fondazioni a livello regionale, e dal quale vengono finanziati progetti meritevoli come appunto Portobello, e dalle donazioni dei tanti soggetti coinvolti. “Forse è arrivato il momento di scegliere meglio le priorità sulle quale orientare le risorse – afferma Gianluigi Covili di Nordiconad che partecipa all’iniziativa – per far fronte all’emergenza attuale, rimandando a più avanti quello che non riguarda il sostegno e la tenuta sociale”.