giovedì 5 Dicembre 2024

Sadas, ascesa e attuali difficoltà di una tipica DO. Ma che ne sarà del futuro della DO italiana?

La scorsa settimana abbiamo pubblicato un articolo che raccontava di voci che davano il Gruppo Sadas di Seveso in difficoltà nei pagamenti ai fornitori (rarità per chi conosce l’azienda) ed addirittura raccontavano del un magazzino di Baruccana più scarico del solito. L’articolo, da alcuni lettori, è stato considerato un “improvviso accanimento verso questa azienda storica della distribuzione, e cosa ancora più bizzarra in occasione della scomparsa del fondatore” e ancora si è insinuato che fosse stato “messo a bella posta per destabilizzare il gruppo (Despar ndr) anche nel nord” sino pensare che “l’articolo penda più dalla parte disinformata e pettegola..[..]”, in verità voleva solo far luce sui fatti curiosi che abbiamo scritto. I commenti si sono consumati, chi accusava la situazione con rabbia (forse fornitori che non ricevono i dovuti pagamenti, forse dipendenti che si vedono abbandonati) e chi invece difendeva l’azienda, talvolta con argomentazioni poco credibili a dire il vero. Molti hanno ricordato la proprietà, gli Orsenigo, come dei grandi imprenditori, gran brave persone a livello umano, molto corrette ed oneste. In effetti la storia di Sadas è la classica storia di seri imprenditori lombardi che costruiscono negli anni d’oro una bella azienda di distribuzione votata sia all’affiliazione che allo sviluppo di punti di vendita di proprietà, con metodo ed organizzazione. Il territorio dove hanno sempre operato ha subìto dalla metà degli anni ’90 l’invasione dei francesi e del format Ipermercati, fatto di violente offerte promozionali e soprattutto di una violenta saturazione del mercato. In queste condizioni, per sopravvivere, chi faceva la DO ha dovuto sviluppare strategie idonee a contraddistinguersi sul mercato in termini di servizio, ma anche in termini di marketing e di category. La Lombardia si è contraddistinta subito per la competitività dei prezzi, sin dagli inizi degli anni 2000, e la DO, sino a quel momento vissuta di location e di qualità del servizio si è dovuta organizzare di conseguenza. La DO storica, incentrata ad ottimizzare i servizi, concentrava la propria forza sul CeDi, le uniche vendite prese in considerazione erano quelle del CeDi; il punto vendita era un semplice contenitore di merci che funzionava perché apriva in mezzo ad un quartiere o in una strada di scorrimento. Altri tempi, altro mercato, altra managerialità, fatta di cattiveria negli acquisti e buona gestione del servizio da CeDi, null’altro. I lay out, il category management, lo studio minuzioso delle attitudini del consumatore, e dopo lo sviluppo delle attività promozionali fatte di mix assortimentali, la giusta coniugazione tra marca commerciale e grandi marche appartengono al mondo distributivo che potremmo denominare 2.0 e 3.0, come delle evoluzioni, degli aggiornamenti di ciò che esisteva in passato e che oggi non è più idoneo alle esigenze di un mercato in contrazione, con minori marginalità e saturo. E’ possibile che Sadas non abbia operato gli “upgrade”, gli aggiornamenti nei tempi o nei modi giusti, o non ne abbia compiuti alcuni, in tal modo potrebbe trovare coincidenza la rabbia di alcuni assieme alla stima per la famiglia Orsenigo, alla diffidenza per il management assieme alla delusione per non sapere l’esito di questa storia. GDONews vuole essere un contenitore aperto, reale, privo dell’ovatta di chi racconta favole sapendo che lo sono, chi scrive le storie sono direttamente i protagonisti, a noi il compito di fare un semplice ordine. Non si può sempre pensare che se si scrive di un’azienda che può avere delle difficoltà, e magari si specifica in formula dubitativa, sia sempre e solo per destabilizzare. E’ un retaggio tutto italiano quello di avere paura del “quarto potere”, è semmai grazie alla comunicazione che se imparziale (cosa c’è di più imparziale dei vostri commenti?) si possono conoscere i fatti per come sono nella loro realtà, più oggettiva possibile. Proprio Voi avete fatto una riflessione su cui sarebbe il caso di riflettere tutti assieme, diciamo in prospettiva di una DO 4.0, ed è la seguente: un nostro lettore, Luca, dice “Il vero problema e’ affrontare il cambiamento dei tempi e dei mercati con uomini e centrali diversi. E qui apro il capitolo centrale Despar: assente da anni nell’assistenza commerciale e di formazione manageriale alla rete. Questo e’ il vero problema. Se la famiglia Orsenigo stava sbagliando era compito di una vera centrale servizi aiutarli a risolvere i problemi”. Il modello 1.0, quello degli anni ’90 aveva come MUST quello dell’assoluta indipendenza degli associati, con il tempo sono sopravvenute le commissioni di Centrale, talvolta suddivise per ogni categoria, in questi ultimi tempi si parla di controllo dei bilanci delle imprese associate (2.0 e 3.0), ma sarà che siamo già arrivati alla DO 4.0 che accenna il nostro lettore, ovvero quella che deve svolgere un ruolo consulenziale operativo sulle attività di marketing e di sell out delle singole associate?

Dott. Andrea Meneghini
Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

13 Commenti

  1. “GDONews vuole essere un contenitore aperto, reale, privo dell’ovatta di chi racconta favole”…..

    Ma fare informazione no?

    Ci sono tante realtà della GDO e tante iniziative anche positive. Il mercato poi ha tante dinamiche interessanti.

    Magari sarebbe più adeguato ad un portale serio verificare le fonti prima di pubblicare elementi/frasi sibilinne che possono incidere sull’umore e decisione di dipendendi e altri soggetti vari che ruotano intorno ad un’azienda ?
    Pubblicare “notizie” dovrebbe essere una professione non – solo – un modo per ottenere click. Torniamo a fare informazione responsabile please!

    • MaS grazie per il suo commento. E’ vero, nella GDO ci sono tante iniziative positive, e non perdiamo occasione per segnalarle anche quando riguardano i mercati esteri per confrontarci con chi spesso è più avanti di noi.
      Per quanto riguarda la “verifica delle fonti”, come lei può facilmente immaginare, in particolare quando si parla di casi “critici”, non sono certo tutti pronti a confermarci ufficialmente le proprie difficoltà! Ma le nostre fonti sono sempre ben informate e se scriviamo lo facciamo dopo attente valutazioni e comunque mettendoci la nostra faccia, a differenza di chi ci critica che si premura sempre di farlo in maniera anonima.
      Infine le faccio notare che la “ricerca di click” non ci da nessun vantaggio perchè, come vede, il nostro sito non è supporato da nessuna pubblicità. Se per “informazione responsabile” intende la passiva pubblicazione di comunicati stampa ha l’imbarazzo della scelta su centinaia di altri siti.

      • Foroni, grazie per la sua risposta, che sinceramente apprezzo. La mia preoccupazione è per un’informazione, certo incisiva, ma quantopiù possibile basata sulla realtà e non sul sentito dire o su illazioni di alcuni. Contesto, ad esempio, allo stesso modo articoli dei due principali quotidiani italiani. Basta con il “si pensa”, “si vocifera”.
        E poi anche il contraltare di informazione – da una parte un’opinione e dall’altra una voce diversa, il tutto a discapito del differente peso reale dei due soggetti – è una distorsione. Ad esempio non si possono, secondo me, bilanciare dichiarazioni del Presidente della Repubblica con quelle di un comitato locale di contestazione. E’ un esempio astratto questo ma rende l’idea della mia richiesta per un’informazione più “pulita”. Non tutti i siti ascoltano le richieste. Con la sua risposta ho ora la certezza che voi lo fate.
        Buon lavoro

  2. Salve, leggo con molto interesse quello che scrivete.
    Vedo anche dei commenti interessantissimi di “informato”.
    Vorrei sapere con precisione, per quanto possibile, le situazioni di sadas, viale ma anche asco e moscatelli.
    Vi ringrazio perche’ siete una delle pochissime fonti neutrali e veramente informate.

  3. C’è anche da dire che oltre a SADAS chiude anche Sovar cioè l’Eurocash di Varedo,società controllata da SADAS, quindi forse qualche problema di gestione esiste davvero! Grazie

  4. Forse tutti questi dubbi se chiude o non chiude si creano perche nessuno collega le varie societa degli Orsenigo.Ma oltre alla Sadas possiedono anche la SOVAR, piu conosciuta come EUROCASH di Varedo che è gia in liquidazione ed a breve dovra chiudere.

  5. Ciao EX … un giorno ci incontreremo… da ex :):) Hai letto bene l’articolo di INFONODO? c’è scritto che non si trova Luca O., figlio di Marco o., scomparso pochi mesi fa. magari è una previsione per il futuro, in ogni caso è una informazione completamente errata. Comunque continua a riportare i link, che li leggo con piacere. Ma non riportare il resto

    • certamente ,io mi sono limitato a postare un link se poi le info in esso contenute non sono corrette……. hai fatto bene a precisare

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