Lo scorso settembre, lontano dalla crisi dello spread e dall’addio del Governo Berlusconi, avevamo pubblicato un articolo che parlava della flessibilità degli orari in Inghilterra, ed in particolare dell’uso modulabile che ne faceva in gruppo Sainsbury’s a Londra. In quell’articolo, che era incentrato sulla modulabilità degli orari, la concentrazione dei lettori era andata sul fatto che il Punto di Vendita della fotografia era aperto la domenica, come se la modulabilità fosse interpretabile come un’apertura domenicale. Qualche mese prima su Mark Up era apparsa un’intervista a Giuseppe Brambilla di Civesio che sosteneva la bontà delle aperture domenicali che, a suo dire, avrebbero potuto dare una crescita di fatturato dell’1-2% su base annua. Il Governo Monti, arrivato con i suoi tecnici a salvarci dall’attacco “marziano” dello Spread ha poi varato il famoso decreto “Salva Italia” di cui molto è stato scritto. Nella parte relativa alla liberalizzazione degli orari il mercato ha dato l’esatta interpretazione che avevano dato i nostri lettori nel settembre del 2011, ovvero quello di concentrarsi sull’apertura domenicale. Una serie di effetti li hanno già portati le aperture domenicali: molta insofferenza dei soci delle cooperative che si vedono costretti dal mercato ad aprire la domenica su “piazze” deserte, e dei sindacati che sono in battaglia per la remunerazione di queste giornate. L’ultima notizia, di respiro nazionale, è quella che interessa il Gruppo Pam Panorama il quale ha dichiarato di voler assumere 300 – 400 giovani studenti, regolarmente iscritti ai corsi superiori o Universitari, per le aperture domenicali della stagione estiva. Insomma sembra che l’esito prodotto dal decreto Monti, nella parte relativa alla liberalizzazione degli orari, non sia a conti fatti così soddisfacente, che il rapporto costi benefici sia alquanto dubbio.
Ha sbagliato il Governo nel disporre tale norma?
Oppure l’interpretazione non è così precisa? Sainsbury’s costruisce l’orario di lavoro sulla base delle esigenze del consumatore (londinese nella fattispecie). E si può vedere che dal Martedì al venerdì l’orario è dalle 6 alle 24, il Lunedì dalle 7 alle 24, il sabato dalle 6 alle 22 e la domenica dalle 11 alle 17. Gli orari del Gruppo inglese sono costruiti a seconda delle abitudini dei consumatori della “piazza londinese”, la liberalizzazione, concetto ben conosciuto dal popolo oltremanica, viene intesa per adattare nel modo migliore le aperture dei negozi con le abitudini dei consumatori. Noi italiani siamo diversi, e cambiamo da città a città, da città a paese. Chi lo ha detto, o scritto, che le liberalizzazioni vanno intese come mere aperture domenicali? Chi lo dice che un supermercato di prossimità deve essere aperto la domenica se ha una concorrenza agguerrita intorno? Le esigenze del consumatore sono quelle di avere negozi di prossimità aperti dopo le 20 della sera in alcuni territori, magari sviluppando una semplice idea di fast food dei prodotti locali, in altri sarà utile l’apertura domenicale, in altri ancora la mattina alle 6 invece che alle 8. La liberalizzazione serve a questo: perché vogliamo tutti omologarci a quello che fanno gli altri e siamo tutti aperti la domenica? Si capisce che il mondo sta cambiando, nostro malgrado, stiamo dicendo addio a tante cose, a partire dal “noioso” posto fisso, dobbiamo abituarci tutti a gestire il nuovo mondo, più povero e più complicato da interpretare in termini commerciali, ma cerchiamo di capire velocemente che siamo partiti con il piede sbagliato, e che prima di attuare una strategia che comporta costi, bisogna studiare il mercato e le sue esigenze.
Vedo con piacere che si comincia finalmente a ragionare. D’altronde questi grandi manager ed “esperti” della GDO si stanno rendendo conto che il consumatore non desidera un negozio aperto tutto il giorno la domenica (spesso su alcune piazze conviene addirittura tenere chiuso!) E non ci voleva certamente un genio per capirlo! Questi illustri personaggi, per lo più laureati in economia e commercio o in ingegneria gestionale, in un supermercato ci vanno al massimo a fare la spesa e non si rendono conto delle vere esigenze della clientela. Nonostante questo mi chiedo ancora perché il super in cui lavoro continui a tenere aperto la domenica dalle 8 alle 19, quando tra 8 e le 10 e le 13 e le 18 non c’è veramente anima viva.
certi manager sono desolanti
Il consumatore italiano è abitudinario ed è difficile cambiare i suoi stili di vita, la spesa di generi alimentari viene solitamente fatta il sabato, le catene hanno introdotto da anni estensioni di orario fino alle 22 il giovedì e venerdì ma con scarsi risultati.
Questo avrebbe dovuto insegnare qualcosa invece tutti indistintamente si sono lanciati nelle aperture domenicali, aperture che riempiono i centri commerciali ma non fanno incrementare i fatturati.
Le catene devono invogliare il consumatore con offerte ad hoc e il lay-out stesso dei centri commerciali deve cambiare con un maggior spazio e qualità dell’offerta di ristorazione e intrattenimento così da coinvolgere il consumatore.
A Londra Tesco-Sainsbury-M&S stanno aprendo centinaia di supermercati di prossimità aperti 24/24h con superfici massimo di 300mq dove puoi trovare prodotti freschi ma anche parafarmaci. A Milano (la città + europea che abbiamo in Italia) tali formati faticano a trovare spazi e resistono piccoli negozi con orari svizzeri…Boots è un modello che spero arrivi in Italia…magari a questi dirigenti farebbe bene un pò di esperienza all’estero o forse le catene dovrebbero assumere direttori da catene internazionali.
il fatto è che al di fuori la gente parla solo xchè ha la bocca x farlo!!!!fino a poco tempo fà che i c.c.la domenica e festività varie erano chiusi non ho mai visto nessuno morire di fame xchè non riuscivano ad andare a fare la spesa da lunedì a sabato…anche xchè gli orari di apertura danno comunque la possibilità a tutti di poter fare la spesa dalle otto del mattino alle nove di sera!!!ma questo alla gente non basta..eh si serve proprio la domenica!!!perciò a tutta questa gente voglio porre una riflessione:e se anche x voi arrivasse il momento di lavorare qualsiasi festa e domenica?mi riferisco logicamente a chi ora se nè stà comodamente a casa propria sabato,domenica e feste varie…la vostra famiglia come la prenderebbe?e i vostri figli?dopo avervi fatto un bell’ esame di coscienza potete anche rispondere!!!!
Erica, io lo faccio senza problema da una vita, e se giri per il mondo a Hong Kong, Londra, Los Angelese, i negozi sono sempre aperti, se ci sono clienti sennò sono chiusi senza troppi problemi, avranno delle famiglie strane loro?
Caro Aldo, hai mai sentito parlare di sfruttamento? E’ ciò che accade nei posti da te sopra elencati! E’ tutta gente strappata alle loro famiglie. La stessa cosa sta accadendo pure in Italia. Io sono stato costretto a lavorare anche la mattina di Natale ed il pomeriggio di Pasquetta,pagato una miseria, con un negozio semivuoto, tutto perchè queste grandi menti del commercio speravano in chissà quale fatturato! Ben gli sta! Alla gente che ragiona come te, farei fare i miei turni e poi vediamo se cambia idea!
Carlo, e quello che fanno quelli che lavorano in Ospedali, caserme, Bar, Ristoranti etc, tutti sfruttati?
Carlo forse sei tu che non faresti cambio con me:)
Aldo, non puoi paragonare i servizi essenziali (polizia, ospedali etc..) ,con un supermercato o un qualsivoglia negozio! Anch’io se facessi l’infermiere non mi meraviglierei di lavorare di notte o a Natale, anzi , ti assicuro che lo farei volentieri perchè svolgerei un servizio di pubblica utilità .Anche il ristorante ed il bar, per loro natura, sono sempre stati aperti la domenica (ovviamente la gente non va al ristorante il martedi’ ,salvo in casi particolari!). Un supermercato aperto la domenica non ha alcun senso al giorno d’oggi (esistono i frigoriferi!). Pensa che in Svizzera alle 18 i negozi sono tutti chiusi e nessuno è mai morto di fame.