Il dissesto di Schlecker non incontra grandi spiegazioni, non è facile comprendere come sia stato possibile arrivare ad una situazione finanziaria di tal genere per un gruppo così grande, com’è stato possibile non correggere in tempo una situazione debitoria di tali dimensioni?
Il format che presidia il Gruppo è e sarà sempre vincente, e l’esaltazione della prossimità, la vendita dell’essenziale sotto casa, il classico Convenience Store. Se si trattasse di catena di Ipermercati la sorpresa, per capirci, sarebbe inferiore, si parlerebbe di un format in crisi il cui cambio implicherebbe costi e cambi di strategie non proponibili. Venticinque anni fa la catena “7eleven” passò di mano dagli americani ai giapponesi per una forte crisi che scosse il Gruppo, si trattava di Convenience Store anche il quel caso, ma il motivo del dissesto era stato di tipo finanziario per speculazioni in Borsa, non aveva a che fare con la gestione caratteristica. Qui la situazione è differente. In ogni caso la mossa della dichiarazione di insolvenza per ottenere aiuti dallo Stato e rimanere a galla segue le notizie che si rincorrono da tempo: quella di un Gruppo in cui bilanci, negli ultimi anni, non sono in linea con le aspettative del management e della famiglia proprietaria. La stampa tedesca non ha mai risparmiato da critiche la catena per le condizioni di lavoro al limite del consentito dalla legge con paghe estremamente basse. Lo scorso anno aveva accusato una flessione delle vendite per un totale di 650 milioni di euro, circa un -10% sull’anno precedente. I fornitori, alla dichiarazione di “stato di insolvenza”, pare abbiano sospeso le forniture. Il Gruppo, a seguito della dichiarazione resa con un comunicato a mezzo stampa il 20 Gennaio, si è poi preoccupato di chiarire che il piano di salvataggio è in atto ed ha chiesto ai fornitori un accordo per uscire da una situazione di stallo. Intanto centinaia di affiliati al Gruppo stanno bussando le porte all’acerrimo rivale di Schleker, la catena di drogherie Rossman. Anche in Italia potrebbe verificarsi una migrazione a favore di alcuni Retailers, tra cui Acqua e Sapone.