Il Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, in cui confluiscono le varie associazioni di consumatori,ha denunciato che vi sono stati aumenti rilevanti e senza sosta negli ultimi dieci anni in Italia, ovvero dal periodo transitorio del passaggio dalla lira all’euro ad oggi. Secondo la stessa il carovita ha raggiunto livello impressionanti su determinati prodotti, ad esempio dal +93,5% della pizza Margherita al +192,2% del tramezzino al bar, dal +159,7% del cono gelato al 207,7% della penna a sfera. Sono solo alcuni degli aumenti da “capogiro” rilevati dal Casper negli ultimi dieci anni, periodo in cui gli aumenti medi sono stati del 53,7%, con una conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie del 39,7%.
E “l’ondata non è finita – aggiunge il Casper – perché il recente scatto dell’aliquota Iva dal 20 al 21% deciso dal Governo produrrà un ulteriore incremento dei listini al dettaglio”.
Il risultato, affermano le quattro associazioni, “è sbalorditivo”: i rincari, infatti, “sono sempre a due cifre e raggiungono una media del 53,7%, tenuta alta da prodotti i cui prezzi sono letteralmente schizzati” fanno sapere. Il Comitato aggiunge che vi è poi tutta una serie di beni e servizi che hanno registrato un sostanziale raddoppio dei prezzi, dalla pizza Margherita ai jeans, dalla giocata minima del Lotto ai pomodori pelati, al biglietto dell’autobus a Milano, senza trascurare che sono raddoppiati anche “il balzello da pagare al parcheggiatore abusivo e la mancia al ristorante”. Il dramma in tutto ciò sta nel fatto che l’oggettiva perdita del potere di acquisto non è stata disciplinata dal mercato, qualcosa è sfuggito di mano. Sicuramente il problema del minor potere di acquisto, soprattutto determinato dall’aumento degli affitti e dei costi energetici oltreché dai prodotti citati, è stato uno dei motivi per cui l’approccio verso il supermercato è cambiato. Il minor potere di acquisto ha provocato una continua ricerca, da parte del consumatore, della ricerca del miglior prezzo, dell’offerta speciale, e di conseguenza ha determinato un cambio radicale delle politiche dei Gruppi Alimentari che hanno voluto mantenere i fatturati attraverso crescenti attività promozionali, con conseguenti diminuzioni di marginalità. Oggi la minaccia dell’Iva e di conseguenti aumenti è reale ed il pericolo che si inneschi un nuovo circolo vizioso va combattuto.
Se è così mi chiedo a cosa servano le varie Unioni dei consumatori. E’ un termine vago. Tutti siamo consumatori ed allo stesso tempo controparte nel nostro lavorare. Si è innescato un meccanismo che non riusciamo (e non vogliamo, con regole certe) controllare.
m coem andava tutto bene fino al 2008….anzi secondo il genio di varese fino al 2010 in pratica….ovviamnete noi che sul campo qualche dubbio ce lo avevamo eravamo sovversivi e piantagrane…..