Sainsbury’s in Inghilterra è un’istituzione, sebbene un po’ in declino continua comunque a rimanere un riferimento per il consumatore anglosassone.
Nella fotografia sotto si possono vedere gli orari di apertura di questo supermercato nel centro di Londra, ma per fare un’analisi un poco più precisa li riportiamo:
Lunedì 07-24
Martedì – Venerdì 06 – 24
Sabato 06 – 22
Domenica 11- 17
Prima considerazione: in Italia la legislazione regionale è oggettivamente un limite con cui la distribuzione si deve confrontare. Negli ultimi mesi, ovvero in un momento dove tutti stanno pensando a dare idee e soluzioni per riuscire a sopravvivere alla profonda crisi dei consumi, da tutti i pulpiti si è tuonato contro i limiti del sistema legislativo e sull’opportunità o meno di dare il via ad un profondo piano di liberalizzazioni. In quest’ottica si può ragionare anche sul tema degli orari degli esercenti pubblici.
Seconda considerazione: in Italia siamo soliti parlare molto di concertazione. Il dialogo, la condivisione come conseguenza della comunione è un dogma. Il ruolo dei sindacati è fondamentale nel nostro sistema sociale, ed un cambiamento di tal genere non può prescindere dal dialogo con i rappresentanti dei lavoratori.
Terza considerazione: Per la intrinseca natura dell’offerta di assortimento, in Italia non è facile riconoscere nettamente le peculiarità dell’offerta di un’insegna rispetto ad un’altra. Il nostro retailing è sempre stato molto omologato, spesso troppo simile uno dall’altro, distinguibile nel recente passato soprattutto dalle attività promozionali, oggi invece anche per la differente offerta del prodotto a marchio e delle loro variegate declinazioni. Sicuramente la possibilità di modificare gli orari potrebbe creare degli elementi di differenziazione ed anche di tipo di consumatore.
Sainsbury’s conosce perfettamente il consumatore londinese, sono diverse le generazioni che calcano i pavimenti delle loro strutture, ed ha imparato a conoscere le loro esigenze. Di conseguenza sa che la domenica è ancora una giornata di festa nella sera, e la mattina del lunedì è un poco più complicato il wake up ( svegliarsi), quindi ritiene opportuno aprire la struttura alle 7 del mattino e non alle 6 come tutti gli altri giorni. Gli inglesi si svegliano molto presto, molti fanno movimento negli innumerevoli parchi prima di andare al lavoro, e questo può essere un ottimo momento di acquisto. Altro momento di acquisto è la sera, la chiusura alle 19,30 sarebbe impensabile oltremanica, sia per le abitudini dei consumatori sia per il tipo di offerta degli store. Il sabato la struttura chiude alle 22 perché in quella zona il consumatore ha altro da fare che occuparsi della dispensa di casa. La domenica normalmente si dorme, quindi l’apertura è in sintonia con le esigenze del consumatore e quindi lo trovi aperto dalle 11 del mattino sino alle 17 della sera. Apertura di 6 ore. Anche in Italia alcuni supermercati sono aperti la domenica, ma normalmente l’orario è dalle 8 alle 13. E ci tocca fare la levataccia per fare la spesa veloce. Meditiamo.
Contrario all’allungamento degli orari.Significa maggior costo per il punto vendita e quindi per il consumatore finale pagare ad un prezzo maggiorato la spesa.Ricordiamoci che il cittadino italiano ha oltre 30.000 euro procapite da restituire allo stato (l’Italia ha il terzo debito al mondo).In tempi di declino economico occorre l’arte dell’arrangiarsi.
Una volta quando i supermercati avevavo orari di apertura enormemente ridotti rispetto agli attuale di gente morta di fame perche’ i negozi erano chiusi non ne ho mai visti; mi viene quindi da dire che non si sente affatto l’esigenza di fare questo tipo di orario se non quello di far scomparire ogni tipo di tutela per i lavoratori di questo settore.
Ma se la gente che acquista e’ quella e il suo reddito non aumenta, anzi diminuisce come fanno i pdv gia’ con margini ridotti a sobbarcarsi un aumento dei costi senza avere maggiori guadagni
ottima l’idea degli orari liberi. Non obbligatori ovvio. Ci saranno zone con certa clientela target a cui orari del genere non possono che far comodo.
Perchè non provare in test e comunicando bene la scelta far sapere a clienti del proprio raggio la possibilità di acquistare anche alle 22??? Magari la zona non è sensibile alla liberalizzazione e si torna come prima. Orari più lunghi = maggiori turni = maggior bisogno di lavoratori = più occupazione = più consumi.
x Carmine: un orario piu’ lungo non significa maggiori consumi.E’ solamente un servizio in piu’ che andra’ ad incidere sul prezzo di vendita al pubblico.