Siamo nel periodo dell’approvazione e della pubblicazione dei bilanci consolidati dell’anno 2009, e così, come tutti gli anni, abbiamo un aggiornamento sul panorama distributivo nazione e la nuova suddivisione delle quote di mercato sulla base delle performance ottenute dai protagonisti del mercato.
Intanto una certezza: chi era leader, Coop Italia, leader è rimasto in modo incontrastato dato che, oltre al divario che la separa dagli altri Retailer, ha anche aumentato la propria quota portandola da un 14,9% al 15,2%. Questa crescita è stata ottenuta da una serie di fattori: da un lato una crescita oggettiva dei fatturati del canale Supermercati che, in un periodo che premia “il vicinato” ha saputo sfruttare il momento ed ha dato la giusta offerta al suo consumatore. Dall’altro lato non si può negare che lo sviluppo nel sud Italia sta portando incrementi immediati: gli undici Ipermercati che oggi Coop detiene tra Sicilia e Puglia cambiano sostanzialmente le performance generali; sembra, peraltro, che i risultati degli Ipercoop in Sicilia siano di tutto rispetto e stiano dando soddisfazione agli ambienti Coop.
Un altro dato che va sottolineato e premiato è la performance di Selex: il Gruppo di Trezzano sul Naviglio ha infatti superato i colossi francesi Carrefour e Auchan, passando da un 7,9% del 2008 al 8,3% del 2009. Le strategie di marketing, soprattutto nel mondo della Private Label, ma anche le strategie commerciali hanno fatto da base per essere appetibili alle migrazioni dei gruppi. Negli ultimi periodi si sono uniti al mondo Selex due catene importanti nel panorama della GDO: in Lombardia Nuova Distribuzione e nelle Marche in gruppo Cedi Marche.
L’arretramento delle francesi ha come causa sia la crisi del format Ipermercati sia i profondi cambiamenti in atto per invertire la rotta (cambio insegne e aggiornamenti assortimenti). Nel caso di Carrefour bisogna segnalare anche la dismissione dei famosi 4 Ipermercati pugliesi venduti a Coop.
Ultima segnalazione importante la crescita di Esselunga, che, forte delle sue strategie aggressive perpetrate da anni, ha anche la possibilità di migliorare il suo utile oltre al suo fatturato.
Provo a fare alcune riflessioni, Esselunga cresce quasi il doppio di Coop, non avendo ancora allargato la sua presenza al di fuori delle aree storiche, vuol dire che dove è presente è crsciuta in maniera significativa, questo spiega anche il risultato dei distributori francesi, gli iper chiusi etc sono marginali rispetto alle aeree dove Esselunga e Carrefour ed Auchan si confrontano in partticolare l’area 1 Nielsen.
La crescita di Selex è innegabile, ma bisognerebbe valutarla a rete costante, sennò è solo figlia dell’ingresso di nuovi associati.
Mi sorprende Conad, re del vicinato con Margherita, che rimane invariata, segno che qualcosa non funziona?
Infine è un peccato non poter leggere i dati di altri player, visto il primo post di questa quindicina, mi vengono in mente Interdis, ma sarei curioso di vedere i dati di Sisa, Pam, Bennet, Finiper, Despar.
Quando inizierete a citare le fonti dei dati?!
E’ importantissimo!
Per la cronaca, sono dati Nielsen.
Candice, lo sai che i dati Nielsen ed IRI, se non con apposita autorizzazione non sono diffondibili? pena violazione del contratto di fornitura e conseguente risarcimento dei danni.
Se poi Iri o Nielsen li pubblica da qualche parte sono pubblici, e quindi pubblicabili.
Infatti si tratta di un vero e proprio contratto di fornitura i cui dati sono ” tagliati a misura ” sui numeri che il committente decide di mostrare. Mi spiego: nella maggioranza dei casi i dati sono ” aggiustati” in modo da leggere una performance un po più spinta rispetto alla realtà. Certo, il lifting non si spinge a fondo ma… aggiusta.
Certo lo so benissimo, ma se li si utilizza, lecitamente o meno, qualunque sia la fonte, andrebbe comunque citata.
A livello di top 10 sono comunqe numeri che circolano quasi liberamente nella business community, dubito che Iri o Nielsen facciano causa a diffondesse queste informazioni molto molto alte.
Raul, è ovvio, ognuno vuol essere leader dove può. Un retailer in Calabria può dire di essere leader nella somma delle provincie o addirittura dei comuni in cui è presente, ma magari non essere neanche un player di rilevanza regionale, così come un manufacturer può raccontare in giro di essere il leader nel formato da 500 grammi o nella fascia di prezzo alta, o solo a valore.
Cercano tutti di farsi belli coi numeri!
Raul, non è così i dati di IRI e Nielsen vendono la banca dati che è comune per tutte le aziende, poi possono fare presentazioni personalizzate, ma in genere sono le aziende che estrapolano i dati e fanno le presentazioni.
Poi i numeri sono interpretabili, in genere con le misure, oracle sales analyser ve ne sono più di cento.
Se tarocchi i dati sei poi poco credibili con i clienti, io mi sono sempre attenuto ad una regola aurea, individuare 5-6 misure e poi misurare e presentare l’evoluzione del mercato e dell’impresa attraverso a quelle.
Nel tempo vai vedere sempre gli stessi numeri e se c’è qualche problema con onestà li spieghi.
Una nota, i db distribuzione ed industria sono differenti, banalmente perchè l’industria può vedere dettagli che la distribuzione non può vedere pena conoscere perfettamente l’andamento del competitor.
Un’altra nota queste sono le quote LCC, attenzione che a seconda delle categorie merceologiche vi possono essere variazioni importanti delle stesse, ad esempio nel vino esselunga raddoppia la quota, o nel fresco cresce di molto.