In questi giorni si è letta, in diversi quotidiani, una vicenda che ha lasciato un po’ sorpresi tutti gli operatori che lavorano in GDO, noi compresi. Parliamo della presunta violazione della privacy che Coop Lombardia avrebbe operato a danno dei propri dipendenti installando microtelecamere e strumenti di registrazione di apparecchi telefonici per spiarli, per osservare tutti, dai manager ai cassieri dei supermercati. E’ stato il quotidiano Libero ad aprire il fuoco, circa dieci giorni fa, con una serie di articoli nei quali si intervistano imprenditori che avrebbero operato per conto di Coop, dipendenti che si sarebbero riconosciuti nei video, insomma producendo materiale sufficiente da lasciare sorpresi ed increduli. Coop ha immediatamente reagito, sempre a mezzo stampa ” […] contestiamo il contenuto di questi articoli ed escludiamo categoricamente di aver mai commissionato attività di spionaggio – dicono dal quartier generale Coop di Milano -. Daremo disposizioni affinché siano fatti tutti i necessari accertamenti. Degli esiti informeremo immediatamente l’autorità giudiziaria qualora emergessero, da parte di terzi, condotte penalmente rilevanti o comunque illecite”. Dopodiché Coop ha assicurato di avere già dato incarico ai propri legali di prendere ogni iniziativa a tutela della propria immagine. Noi di GDONews siamo rimasti profondamente colpiti dalla vicenda: non ci spieghiamo infatti diversi lati oscuri e innanzi tutto perché si sarebbero spiati i dipendenti e non i soli manager e compratori, cosa che pur essendo gravemente lesiva dei diritti della persona, avrebbe avuto più senso logico. Conoscendo poi la tradizionale correttezza del management Coop, ci chiediamo perché salti fuori solo ora questa vicenda a distanza di anni, con tutti gli interrogativi che quelle clamorose rivelazioni innescano.
Così abbiamo voluto saperne qualcosa di più ed abbiamo interpellato i diretti interessati.
Dal quartier generale di Coop Lombardia ci è stato detto che “Oltre a quello già scritto nel comunicato ufficiale, non c’è nient’altro da aggiungere. I comportamenti sono trasparenti, le rappresentanze sindacali sono allineate con noi, hanno espresso la massima solidarietà nei confronti dell’azienda. Questo è l’attuale clima in Coop”. Abbiamo quindi contattato la redazione di “Libero”, che aveva aperto il fronte, spiegando loro che i contorni della vicenda ci apparivano oscuri, poco logici per noi operatori della GDO, per cui, domandavamo se l’accaduto non potesse essere addebitato piuttosto alla iniziativa di un singolo, magari in contrasto o in odio alla immagine e alla strategia aziendale. Ci è stato risposto che esistono fatture delle aziende che attestano il pagamento di tali prestazioni da parte di Coop Lombardia – e ciò porterebbe a smentire la nostra ipotesi – e che inoltre i contorni della vicenda sono più estesi di quanto si possa pensare. Noi di GDONews, in attesa degli sviluppi della oscura e per molti versi inspiegabile vicenda, ci asteniamo da ogni commento, continuando a coltivare il dubbio metodologico che potrà essere risolto solo da chi ha il dovere di valutare con serenità i fatti realmente accaduti.
Voi lettori che ne pensate?
Nihil sub sole novi!