Per acquistare frutta e verdura la Grande Distribuzione è meno economica rispetto ai mercati rionali. È quanto emerso dalla relazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Carla Rabitti Bedogni, intervenuta qualche giorno fa al IX Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio, sul lago di Como.
«Per i prodotti ortofrutticoli – spiega Rabitti Bedogni – l’indagine conoscitiva ha evidenziato come la Gdo non riesca ad utilizzare, a meno di non trovare fornitori di dimensioni e caratteristiche adeguate, gli stessi criteri di marketing di acquisto che utilizza per gli altri prodotti. Ne derivano quindi costi di approvvigionamento più elevati e un’offerta relativamente meno economica rispetto ai mercati rionali». Secondo la relatrice, l’accorciamento della catena con la distribuzione diretta del produttore come i farmers’market, i mercati degli agricoltori, rappresenta un’alternativa concreta. Nella relazione, rileva Coldiretti, l’Autorità «vede con favore i processi di aggregazione tra produttori agricoli, confermando dall’altra parte un eccessiva frammentazione e lunghezza della filiera, che riduce i margini dei produttori e aumenta quelli delle fasi intermedie», producendo un effetto di aumento dei prezzi per il consumatore finale. Secondo l’indagine dell’Antitrust, i prezzi per l’ortofrutta moltiplicano di tre volte dalla produzione al consumo e i ricarichi variano dal 77% nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio), al 103% nel caso di un intermediario, al 290% nel caso di due intermediari, al 294% per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale).